Amelio, ‘diritti e libertà degli omosessuali ancora di pochi’

(ANSA) – BERLINO, 12 NOV – “Perché fare un film su Braibanti
oggi? Perché oggi si crede che alcune cose siano risolte forse
per sempre, si vive in un’era in cui la parola ‘gay’ dilaga, ci
sono le unioni civili scambiate per matrimoni, ci sono le
adozioni. Se però andiamo a guardare bene, tutta questa libertà
di vita riguarda un gruppo molto di minoranza”. Lo ha detto
all’ANSA a Berlino il regista Gianni Amelio, parlando del suo
ultimo film, “Il signore delle formiche”.
    Amelio, Leone d’Oro a Venezia nel 1998, è stato accolto oggi
all’Ambasciata d’Italia, per un incontro con l’ambasciatore
Armando Varricchio e per celebrare l’inizio di una lunga
retrospettiva berlinese dedicata al regista dall’Italian Film
Festival Berlin. “Il signore delle formiche”, già in concorso
all’ultima Mostra internazionale d’arte cinematografica di
Venezia, parte dal caso dell’intellettuale e poeta omosessuale
Aldo Braibanti, processato negli anni ’60 per “plagio” in base a
una legge risalente al fascismo. Per Amelio l’opera affronta un “problema che riguarda l’oggi. Non è la ricostruzione
documentaria del processo. Si prende spunto dal processo a
Braibanti per raccontare con libertà e riflessione attuale
quello che è il mondo. Noi crediamo di aver fatto molti passi
avanti, ne abbiamo fatti tanti, ma non sufficienti perché venga
rispettata la libertà dell’individuo”.
    Amelio critica aspramente le violazioni dei diritti degli
omosessuali nel Qatar che si appresta a ospitare i Mondiali di
calcio – ricordando le “parole infelici e infami” pronunciate da
poco da un rappresentante qatariota dell’evento sportivo – o
anche le negazioni dei diritti in Russia. Per il regista è molto
importante uscire dal solo punto di vista occidentale, ma, al
tempo stesso, anche sottolineare come i “diritti civili non
siano rispettati nemmeno nel mondo occidentale”. Perché, spiega, “se tu sei un grande cantante, un attore popolarissimo, se sei
Elton John, se sei Tiziano Ferro, puoi dire ‘io amo questo
signore’, stringendogli la mano. Ma se tu sei un professore di
scuola elementare di provincia, hai a che fare con una
scolaresca di minori, e poi nella tua piccola città cammini mano
nella mano con il tuo compagno, l’indomani ti cacciano dal tuo
lavoro”. (ANSA).
   

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