giovedì, 13 Febbraio 2025
Rabiye, madre coraggio con il figlio a Guantanamo
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(ANSA) – ROMA, 13 NOV – Una incredibile storia vera, una
battaglia per il rispetto dei diritti alla base della
democrazia, combattuta da una casalinga turco-tedesca
determinata a riportare a casa il figlio e raccontata con la
capacità di fare sorridere senza mai togliere lo sguardo da una
realtà dai contorni drammatici. E’ la storia di “Una mamma
contro George W. Bush”, il film di Andreas Dresen distribuito in
Italia dal 24 novembre d Wanted cinema, dopo due Orsi d’argento
vinti alla Berlinale 2022. Una vicenda che comincia a poche
settimane dall’attentato che ha cambiato per sempre il mondo e
prosegue con la creazione di una prigione, quella di Guantanamo,
che ha sospeso una vasta gamma di diritti dati ormai per
acquisiti. E’ lì che viene portato il figlio della protagonista,
sospettato di essere un terrorista. E’ da lì, da quell’arresto,
che parte la lunga battaglia legale internazionale di Rabiye
Kurnaz, una donna semplice guidata dall’intuito, dalla
determinazione e dalla certezza dell’innocenza di suo figlio. Un
dettaglio importante, ma non dirimente, imparerà a capire la
stessa Rabiye, perché tutti, anche i colpevoli, hanno diritto a
un giusto processo, ad essere arrestati con un’ accusa, ad
essere trattati nel rispetto dei diritti umani.
Come un fiume in piena questa donna, interpretata
dall’esordiente Meltem Kaptan, giustamente premiata con l’Orso
d’argento, riuscirà a trascinare e coinvolgere un avvocato
idealista che si batterà per la famiglia Kurnaz fino all’ultimo
e tutte le persone che incontrerà sulla sua strada, che
contagerà con la sua forza e spontaneità fino a raccogliere
attorno a sé un vasto movimento di opinione. Restando sempre
ancorata al suo obiettivo: riportare a casa il figlio. Guidata dal legale, Rabiye arriverà fino a Washington, alla
Corte Suprema, al cuore della democrazia, per sfidare la “sospensione dei diritti autorizzata dal presidente americano
George W. Bush”. (ANSA).