giovedì, 13 Febbraio 2025
Ficarra e Picone, mondo livido e marcio in Spaccaossa
(ANSA) – ROMA, 14 NOV – Il racconto di “personaggi che sono
lividi, marci dentro. Vittime e carnefici sono sul banco
insieme, in un film crudo che non fa sconti”. Una storia “che ti
fa mettere in discussione, ti fa capire a cosa possano arrivare
le persone, per fame, per una dipendenza, per apparire. Tutti
aspetti della nostra società”. Sono fra i tratti, spiega Salvo
Ficarra, che hanno convinto lui e Valentino Picone a diventare
cosceneggiatori e coproduttori attraverso attraverso la loro
società, la Tramp Limited (insieme a Rai Cinema), di Spaccaossa,
storia ispirata a un reale fatto di cronaca, opera prima di
Vincenzo Pirrotta, già pluripremiato autore e regista teatrale,
oltre che attore. Il film dopo il debutto alla Mostra del cinema
di Venezia nelle Giornate degli autori, arriva in sala
(introdotto da alcune anteprime in giro per l’Italia) il 24
novembre con Luce Cinecittà.
Al centro della storia c’è un’improvvisata e violenta
organizzazione criminale palermitana che rompe le ossa a vittime
consenzienti, dal giocatore di videopoker Machinetta (Lo
Cascio), al padre di famiglia Mimmo (Luna), e simula incidenti
per riscuotere lauti indennizzi assicurativi. A reclutare le ‘vittime’ è Vincenzo (Pirrotta), tanto obbediente alla banda
quanto alla madre padrona (Quattrocchi). L’incontro con Luisa
(Caramazza), tossicodipendente, potrebbe aprirgli una via
diversa, ma l’uomo finisce per coinvolgere anche la ragazza nel ‘giro’. Nel cast, fra gli altri anche Ninni Bruschetta e Simona
Malato. “In questa vicenda – spiega Pirrotta -. c’è la miseria
vestita di cinismo di questo gruppo di delinquenti che recluta
le persone per inscenare incidenti e la miseria vestita di
disperazione di chi accetta di farsi spaccare le ossa per poche
migliaia di euro”. Quella “che raccontiamo è una discesa agli
inferi”, un mondo “autoreferenziale, dal quale lo Stato è
lontanissimo” aggiunge Ficarra. “Si possono raccontare storie
così drammatiche anche senza scadere nel ‘tascio’ (il
corrispondente siciliano di ‘coatto’) – spiega Picone -.
Vincenzo è stato molto bravo nel non avere mezze misure, nel non
ostentare troppo gli elementi più duri”. (ANSA).