martedì, 26 Novembre 2024
Luisa Ranieri: «Un cartone per parlare di cibo e sana alimentazione ai bambini»
Per Luisa Ranieri il 2022 è stato un anno così intenso che meritava di essere chiuso in bellezza. Il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista per È stata la mano di Dio, di Paolo Sorrentino (con cui è volata agli Oscar), l’eco del successo di Lolita Lobosco – seconda serie più vista appena dietro Montalbano (un doppio successo formato famiglia) – di cui ha appena finito di girare la nuova stagione e poi un nuovo ruolo nel prossimo film di Ferzan Özpetek. Un tesoretto di gol cui si è aggiunge ora Food Wizards, il cartone animato di Rai YoYo cui è ideatrice e produttrice (con la sua società Zocotoco), che ha come protagonisti tre magici guerrieri che salvano il mondo colpi di cibo. «Volevamo raccontare ai bambini quanto il cibo sia alleato prezioso del nostro corpo e come una corretta alimentazione può essere un’avventura meravigliosa», racconta l’attrice a Panorama.it.
Luisa, qual è stata la scintilla che ha portato all’ideazione di Food Wizards?
«Tutto è partito da una chiacchierata tra me e la dottoressa Sara Farnetti, esperta di medicina funzionale. Un po’ mi sono sfogata con lei, un po’ le chiedevo consigli da mamma, dopo che a una festa le mie figlie avevano fatto il pieno di dolci e altri alimenti poco sani. Negli ultimi anni mi sono resa conto che era sempre più difficile fare scelte alimentari ponderate».
Quando è scattato il click?
«A un certo punto Sara mi ha detto: “Ma ti ricordi quanto ci influenzava da bambine vedere Braccio di ferro che mangiava gli spinaci?”. Mi sono illuminata e le ho detto: “Perché non facciamo un cartone per raccontare in modo nuovo e divertente un tema così importante e insieme delicato come quello del cibo e del benessere?”. La nostra sfida è cominciata nel 2014».
Come mai i tempi sono stati così lunghi?
«All’inizio l’abbiamo presa come un gioco e poi i tempi dell’animazione sono lunghi. Entrambe abbiamo altri lavori e ci serviva una persona che questo cartone lo potesse scrivere: l’incontro con lo sceneggiatore di fumetti Roberto Gagnor, che ha lavorato anche con la Disney, è stato importante così come è stato determinante quello con la famiglia Stella di Mad Entertainment, una realtà tutta italiana che fa animazione e cartoni».
La prima reazione quando avete iniziato a proporre un cartoon sul cibo?
«All’inizio ci guardavano un po’ tutti con perplessità, come se fossimo due pazze. In questo Sara ha avuto uno sguardo lungimirante: oggi si parla molto di sostenibilità, buon cibo, longevità, lei lo faceva già da tempo. Aveva capito che bisogna essere più attenti e consapevoli quando si parla di cibo e alimentazione».
In definitiva, chi sono i “maghetti del cibo”?
«La leader è Ginny, come ginnastica, poi ci sono i suoi due inseparabili amici, Ham – che poi sarebbe Amerigo – e PC, un nerd super intelligente. Loro sono perennemente alla ricerca di nuove avventure e un giorno incontrano Essen, il nonno che Ginny non ha mai conosciuto. Saranno loro ad entrare nel corpo umano per combattere i Toxins, i mostri del metabolismo, con gli alimenti giusti».
L’obiettivo del cartone?
«La morale è che “noi siamo quello che mangiamo”. Non demonizziamo il cibo, non parliamo di calorie, diamo piuttosto risalto ai cibi che ci fano stare bene e che fanno funzionare meglio il nostro corpo. È un messaggio importante perché tutti i giorni i bambini sono bersagliati da stimoli impattanti e messaggi sbagliati».
Da mamma, quanto è attenta a ciò che mangiano le sue due figlie?
«Sono attenta e mi confronto molto col loro. Non importa l’eccezione, se alla festa di compleanno di un amico si mangia qualche schifezza in più, l’importante è la regola. Mi piace che capiscano l’importanza di uno stile di vita sano, della scelta di cibi di stagione e quanto più possibile sostenibili».
E la sua alimentazione com’è?
«Molto ferrea. Mi piace mangiare bene ma quando giro ho delle richieste precise: quando lavoro voglio cibi poco elaborati, semplici, senza condimenti eccessivi. So cosa e come mangiare per essere performante e stare sul set 12 ore».
Come un’atleta, insomma. A proposito: che impressione le hanno fatto le rivelazioni di questi giorni delle atlete della ginnastica ritmica, tra violenze psicologiche e problemi di peso?
«La trovo una storia aberrante che però fa parte di uno storytelling tossico sul cibo: c’è sempre l’equazione che mangiare fa ingrassare ed è profondamente sbagliato perché non si dimagrisce digiunando ma puntando su un’alimentazione varia e su dosi corrette. Un atleta sa quanto e cosa mangiare, qual è il cibo funzionale alla sua salute, quello che lo rende performante».
Tornando invece alle sue figlie: cos’hanno detto di Food Wizards?
«Emma, la prima, è molto felice e quando ha visto il trailer ha detto: “Mamma, ma queste sono tutte le cose che ci dici sempre tu”. La seconda, Bianca, che è in target perfetto, voleva vedere altre puntate. È un’avventura fantastica quella di educare e intrattenere attraverso un cartone».
Soddisfatta di aver realizzato il cartone in Italia, nella sua Napoli?
«Di solito i cartoni si fanno all’estero perché la realizzazione costa meno. A noi interessava controllare la filiera perché non venisse travisato il messaggio e l’incontro con Mad è stato un incontro col destino: loro hanno creato un mercato lì dove non c’era, hanno permesso a tanti ragazzi di tornare o restare a Napoli, hanno impostato un indotto visto che tanti giovani del mondo del digital e della grafica hanno lavorato con noi per tre anni per questo progetto. Speriamo di fare nuove edizioni anche per rendere il lavoro ancora più stabile».
Ci ha preso gusto a fare l’imprenditrice, dica la verità!
(ride) «Ma non lo sono affatto. Sono e resto un’attrice prestata da dieci anni alla produzione di contenuti e di quelle storie che io e mio marito (Luca Zingaretti, ndr) vorremmo vedere sullo schermo. La parte imprenditoriale la fanno quelle realtà a cui ci associamo».
Tornando alla sua città: qual è in lei il tratto di napoletanità più marcato?
«Io mi sento completamente napoletana, dunque non saprei individuarne solo uno».
La prima cosa che fa quando torna a Napoli?
«Bevo un caffè e mi mangio una graffa da Ciro. Sono i gusti della ma città, la mia madelaine»
Ha da poco finito le riprese di Lolita Lobosco 2: le novità?
«Non posso spoilerare nulla se non che torniamo in onda a gennaio, su Rai1. Questa volta me la sono proprio goduta: la prima stagione l’abbiamo girata in pieno lockdown, questa volta è stato diverso e per certi versi più intenso».
Se lo aspettava un successo così clamoroso e quegli ascolti?
«Ma quando mai (ride), è stata una sorpresa immensa. Quando leggo che è stata la seconda fiction più vista del 2021 dopo Montalbano, ancora non ci credo».
Ora chiude il 2022 con il cartone e con il nuovo film di Ferzan Özpetek. Che anno è stato?
«Vivo un momento molto bello, quello in cui raccolgo i frutti di una carriera che dura da 25 anni. Ho cercato sempre di raddrizzare il colpo e di dare il massimo: non tutte le volte ci sono riuscita, ma qualche soddisfazione me la sono tolta».
Dovendo scegliere tre istantanee di questi ultimi dodici mesi, quali sceglierebbe?
«Sono successe così tante belle cose che è difficile sceglie. Direi la notte degli Oscar per È stata la mano di Dio, il momento più divertente; la fine delle riprese di Lolita, quando ho salutato nuovi e vecchi amici; e poi le vacanze in famiglia, perché l’estate è il momento in cui ci ricompattiamo. Se ci ripenso, è stato davvero un anno pazzesco».
Suo papà è scomparso quando lei aveva 24 anni. Oggi cosa le direbbe?
«Mi direbbe: brava. Sarebbe orgoglioso di ciò che ho costruito».