lunedì, 25 Novembre 2024
Ewoks, (maledetti) Ewoks ovunque
Ci sono due tipi di fan di Star Wars. Quelli che amano gli Ewoks, perché magari erano bambini quando hanno visto per la prima volta Il ritorno dello Jedi, oppure perché sono portati ad affezionarsi a creature di peluche alte 80 cm, o boh, vai a sapere. E poi noialtri, che invece gli Ewoks li odiamo e detestiamo, perché a) è molto improbabile che una banda di orsacchiotti riesca a umiliare in quel modo l’Impero e ad atterrare dei camminatori AT-ST con tronchi, corde e nodi da boy-scout, e soprattutto b) perché sappiamo che al loro posto dovevano esserci i ben più rispettabili Wookie, prima che George Lucas cambiasse idea. Noialtri che poi, per questo, siamo stati puniti da Lucas stesso con l’arrivo di Jar Jar Binks, ma quella è tutta un’altra (tristissima) storia. Tornando agli Ewoks, sono sbarcati in massa su Disney+ da qualche giorno, con l’aggiunta al catalogo della piattaforma dei due film TV e della serie animata. Questo è tutto quello che dovete sapere/ricordare dei dannati orsetti che popolano la luna boscosa di Endor.
Appena vi riprendete dall’orrore indotto da quegli occhietti arancioni qui sopra, certo.
GOOD MORNING, ENDOR-NAM!
Ma dicevamo degli Wookie. Il progetto originale di Camicione Lucas era di far perdere l’Impero in uno scontro con una tribù primitiva. Tecnologia (e i soldati dalla mira più scarsa di tutta la Galassia) contro lance e bastoni, per traslare nel mondo della fantascienza quanto successo davvero in Vietnam, con gli Stati Uniti costretti a battere in ritirata dopo anni di guerriglia di logoramento da parte dei Viet Cong. Solo che gli Wookie, la razza di Chewbecca, erano alla fine più evoluti del necessario per questo contesto, perciò il loro pianeta natale, Kashyyyk, non poteva essere più il teatro dello scontro finale del terzo film.
Lucas fa traslocare allora la Morte Nera II dalle parti della luna boscosa di Endor, satellite naturale di Endor, nel settore di Noncabbiamofantasiacoinomi. E la tribù primitiva diventa l’esatto opposto degli Wookie, in più di un senso. Pur sempre pelosoni, ma piccoletti al posto di giganti, e il cui nome sia una rimescolata di sillabe di quello degli amici di Chewbe: da Wookie a Ewok. Il nome ricordava inoltre quello dei Miwok, una tribù di nativi che abitavano le foreste facenti oggi parte del Redwood National Park, cioè il luogo in cui sono state girate le scene di Endor per il film. Quanto alla loro faccia buffa, Lucas si è lasciato ispirare – per l’ennesima volta nella sua carriera – da uno dei suoi cani. In questo caso, un griffone di Bruxelles, o griffoncino.
L’AVVENTURA DEGLI EWOKS
E così gli Ewoks – Wicket (Wicket W. Warrick), Teebo, Paploo e tutti gli altri – prendono a calci nei denti l’Impero in quello che un tempo era solo Il ritorno dello Jedi e oggi si chiama Star Wars: Episodio VI – Il ritorno dello Jedi. Siamo nel 1983, la trilogia originale di Star Wars si chiude col botto (quello della seconda Morte Nera) e la meteora degli Ewoks è pronta a restare ben visibile in cielo ancora per un sacco di tempo. L’idea di questi orsacchiotti bellicosi è troppo spendibile per lasciarla parcheggiata lì, e nel giro di due anni gli Ewoks diventano protagonisti di due film per la TV, di una serie animata e di vari altri prodotti collaterali, tra cui pupazzetti, vari libri per bambini e una serie a fumetti pubblicata dalla Marvel Comics tra il 1985 e il 1987.
Ad aprire le danze è An Ewok Adventure, noto da noi come L’avventura degli Ewoks. Il primo film per la TV degli Ewoks viene diretto da John Korty e va in onda sulla ABC nel novembre del 1984. Esce anche in alcune sale, con un titolo più lungo: Caravan of Courage – An Ewok Adventure. L’avventura degli Ewoks racconta la storia di due ragazzi, Mace e Cindel Towani, che vengono accolti dai pelosetti dopo che i loro genitori sono stati rapiti dal mostro di nome Gorax. Da qui la ricerca, l’eroica missione di salvataggio, la solita festa finale stile villaggio di irriducibili di Asterix. Lucas segue da vicino il progetto, per evitare che si ripeta un altro incidente in galleria come l’esilarante, demenziale Star Wars Holiday Special del ’78. La stampa bolla il tutto come una favoletta troppo semplice, ma Lucas e i suoi camicioni di flanella sono sufficientemente soddisfatti del risultato. Ce n’è, insomma, per cavarne un’altra ora e mezza.
IL RITORNO DEGLI EWOKS
Il ritorno degli Ewoks è il titolo italiano del secondo film TV, come se fossero mai andati da qualche parte, negli ultimi mesi, quei cosi. Ma ok, la pianti di criticarli, prima che qualcuno ti accusi di avergli distrutto l’infanzia, come un reboot. Dicevamo? Sì, Il ritorno degli Ewoks, in originale Ewoks: The Battle for Endor, che arriva sul piccolo schermo di milioni di americani nel giorno del ringraziamento dell’anno successivo, l’85. Dei due ragazzini del film precedente è rimasta solo Cindel (Aubree Miller), perché il resto della famiglia, dopo l’eroica missione e il fondoschiena a tarallo fatto per rimetterla insieme nel film precedente, è stato allegramente massacrato dai Marauder. La pacifica luna boscosa di Endor un corno.
Tutta la trama, non a caso, ruota attorno al tentativo di Cindel, aiutata da Wicket, di recuperare una fonte di energia, aggiustare la nave di famiglia e lasciare quel dannato satellite per sempre, sputando prima per terra. Comprensibilmente. Scritto da Lucas e diretto dai fratelli Jim e Ken Wheat, è un film brutto e fondamentalmente inutile pure questo. Forse un pelo meno brutto del precedente, ma sempre brutto resta. Dovrei a questo punto essere onesto e ricordare che era pur sempre un prodotto televisivo per bambini, non un nuovo film della saga. Ma chi vogliamo prendere in giro? Siamo fan di Star Wars. Esistiamo per criticare. Amare e criticare.
PIÚ FORTI DEI DROIDI (EH?)
Sempre sulla ABC, nel frattempo, aveva debuttato qualche settimana prima (il 7 settembre del 1985) la serie animata Ewoks. Da principio fa parte del blocco da un’ora The Ewoks and Droids Adventure Hour, insieme al cartoon gemello Droids. E qui succede l’imprevedibile, perché le sgambate animate di R2-D2 e C-3PO si fermano prima, dopo 13 episodi e uno special. Gli Ewoks, invece, vanno avanti per due stagioni, accumulando 26 puntate (ma molte sono composte da più segmenti brevi, perciò in totale gli episodi sono 35), fino al dicembre dell’86. La serie animata rappresenta un prequel dei due film televisivi, e il livello è quello di produzioni simili, per target e impostazione: qualcosa a metà, quindi, tra Gli Orsetti del Cuore e Gli Snorky. Trivia: a scrivere buona parte di quegli episodi è un giovane Paul Dini, in seguito tra gli autori di punta di Batman: TAS e altre serie animate DC, e tra una cosa e l’altra anche co-creatore (con Bruce Timm) di Harley Quinn.
Ah, sì: nel cartoon, gli Ewoks parlavano inglese, non ewokese. Cosa li avrà mai spinti a dimenticare quella lingua, prima dei film? Vallo a sapere. Con la fine del 1986, intanto, il boom di Star Wars stava ormai sbiadendo, e la saga si preparava ad anni di quiescenza, tenuta in vita solo dal primo Universo Espanso, dall’amore dei fan, ma pure – andava bene tutto – dall’odio per questi pupazzetti pelosi e per i loro film per bambinetti (cioè sempre noi, all’epoca). Amare e criticare. Amare e criticare.