giovedì, 13 Febbraio 2025
Omaggio a Ennio Flaiano, fiori davanti al monumento a Pescara
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(ANSA) – PESCARA, 20 NOV – L’amministrazione comunale di
Pescara ha deposto stamani dei fiori in Piazza Unione dinanzi al
monumento dedicato a Ennio Flaiano, in occasione del 50/o
anniversario della morte dello scrittore e sceneggiatore
pescarese: a partecipare alla cerimonia il sindaco Carlo Masci,
il presidente del Consiglio comunale Marcello Antonelli,
l’assessore alla Cultura Maria Rita Carota e la presidente
dell’Associazione Ennio Flaiano Carla Tiboni.
A due giorni dalla commemorazione ufficiale per il 50/o della
scomparsa, tenutasi venerdì a Palazzo di città alla presenza del
Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, con la donazione di
due lettere inedite, l’amministrazione comunale ha voluto in
questo modo onorare un uomo che fu una delle poche coscienze
critiche del secondo dopoguerra in un’Italia, un Paese che si
trasformava in modo spesso caotico, tra mille contraddizioni e
forti tensioni sociali.
“Nessuno meglio di lui – ha detto il sindaco Carlo Masci – ha
saputo prevedere le trasformazioni della società, anticipandone
effetti e storture anche in proiezione futura. La straordinaria
originalità del suo pensiero e la vena carica di ironia pungente
che espresse nei suoi scritti oggi appaiono un patrimonio unico
e attualissimo che spetta a noi non disperdere. In questa
direzione il ruolo dei Premi Flaiano è di fondamentale rilievo
in un anno, quello del 50/o, davvero importante per la nostra
città che sta crescendo dal punto di vista culturale in modo
impetuoso”.
Per il presidente del Consiglio comunale Marcello Antonelli “Flaiano è stato un uomo libero che mal sopportava la mediocrità
nell’etica, il compromesso a tutti i costi e la malafede. Per
questo le sue acute e brillanti riflessioni nascondevano spesso
disillusione e malinconia. Fu guardato con sufficienza, quasi
confinato dall’élite del suo tempo, ma a dispetto di questo ha
lasciato una traccia indelebile, la sua opera resta un valore
straordinario anche nella contemporaneità. Se oggi siamo qui è
per ricordare l’uomo e la sue eredità morale”. (ANSA).