Alessandro Michele dice addio a Gucci

La conferma non ha tardato ad arrivare. Nella serata di ieri, dopo 24 ore di rumors insistenti e un -0,6% del titolo in Borsa, Kering ha annunciato l’addio di Alessandro Michele a Gucci. Una separazione inaspettata; così come fu per l’uscita di Frida Giannini nel 2014.

Nel comunicato rilasciato dal gruppo Kering, François-Henri Pinault, Chairman e CEO di Kering, ha sottolineato come «la strada che Gucci e Alessandro hanno percorso insieme negli ultimi anni è unica e rimarrà un momento eccezionale nella storia di questa Maison. Sono grato ad Alessandro per aver portato così tanto di sé in questa avventura. La sua passione, la sua immaginazione, il suo ingegno e la sua cultura hanno messo Gucci al centro della scena, al posto che merita».

Dello stesso parare Marco Bizzarri, Presidente e CEO di Gucci, che si è definito «fortunato» ad aver incontrato Michele alla fine del 2014. «Da allora abbiamo avuto il piacere di lavorare fianco a fianco, mentre Gucci tracciava il suo percorso di successo, nel corso di questi ultimi otto anni. Voglio ringraziare Alessandro per il suo impegno ventennale in Gucci e, per la sua visione, dedizione e amore incondizionato per questa Maison unica, negli anni da Direttore Creativo».

Il commosso messaggio di addio di Alessandro Michele è stato invece reso pubblico dallo stesso stilista che ha deciso di condividerlo sul suo profilo Instagram. «Ci sono momenti in cui le strade si separano in ragione delle differenti prospettive che ciascuno di noi può avere. Oggi per me finisce uno straordinario viaggio, durato più di venti anni, dentro un’azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa. In questo lungo periodo Gucci è stata la mia casa, la mia famiglia di adozione. A questa famiglia allargata, a tutte le singole persone che l’hanno accudita e sostenuta, va il mio ringraziamento più sentito, il mio abbraccio più grande e commosso. Insieme a loro ho desiderato, sognato, immaginato. Senza di loro niente di tutto quello che ho costruito sarebbe stato possibile. A loro quindi il mio augurio più sincero: che possiate continuare a nutrirvi dei vostri sogni, materia sottile e impalpabile che rende una vita degna di essere vissuta. Che possiate continuare a nutrirvi di immaginari poetici ed inclusivi, rimanendo fedeli ai vostri valori. Che possiate sempre vivere delle vostre passioni, sospinti dal vento della libertà».

Fonti vicine al gruppo Kering parlano di un desiderio da parte di Pinault di portare il marchio in una direzione diversa, partendo da un cambio di design, richiesta a cui Michele si sarebbe opposto. Nonostante lo stile eclettico del creativo abbia contribuito negli ultimi sei anni a raddoppiare le entrate di Gucci, da 4 miliardi a 9,7 nel 2021 (con un margine operativo del 38,2% contro il 26,5% del 2015) nel post pandemia, Gucci non sarebbe apparentemente riuscito a rispondere ai bisogni della clientela, che avrebbe iniziato a rivolgersi ai diretti competitor del brand come Louis Vuitton, Dior ed Hermes. In merito ai risultati del terzo trimestre, gli analisti Jeffries Flavio Cereda e Kathryn Parker avevano evidenziato come Gucci si trovasse in uno stato di limbo «mentre cerca di riconquistare l’attrattiva del marchio», concludendo che il brand «ha bisogno fai un’inversione di tendenza con una certa urgenza».

Più di recente, gli analisti Bernstein Luca Solca, Maria Meita e Renny Shao avevano invece sottolineato di come la Maison soffrisse di un «affaticamento del marchio» dovuto al fatto che «consumatori che hanno acquistato gran parte della sua offerta Gucci all’inizio del suo mandato – vale a dire, i consumatori cinesi felici del lusso – si sono “annoiati”».

Secondo quanto riportato da Bloomberg, finora Kering, sostenuta da Marco Bizzarri, ha appoggiato Michele per recuperare le vendite. Ha investito in campagne di marketing di alto profilo, in sfilate stravaganti, in un maggior numero di legami con le celebrità e in collaborazioni con Palace, North Face, Adidas AG e la casa sorella Balenciaga. Più di recente ha cercato di portare Gucci su un mercato più alto e di aumentare i modelli all’avanguardia di Michele con un look più senza tempo, enfatizzando il suo patrimonio e l’artigianato.

Ma sembra che tutto questo non sia bastato. Kering ha però tenuto a sottolineare che non è ancora stato scelto un sostituto – nonostante i toto nomi sia già iniziato – e che sarà il team creativo di Gucci a portare avanti la direzione creativa della Maison fino all’annuncio di una nuova organizzazione.

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