Abbiamo buttato via 50 mln dando il Reddito a chi non aveva diritto

Sono 50 i milioni di euro di denaro pubblico percepiti indebitamente da migliaia di disonesti grazie al Reddito di Cittadinanza. A tanto, troppo, ammonta il denaro finito nelle mani di persone sbagliate che non ne avevano diritto. I “furbetti” del Reddito hanno avuto accesso senza problemi alla misura di contrasto alla povertà fortemente voluta dal Movimento 5 stelle e sono divenuti in poco tempo un esercito di diverse migliaia di soggetti che hanno riscosso indisturbati fiumi di denaro pubblico.

I numeri del rapporto della Guardia di Finanza sono impietosi. Gli interventi svolti dalla fiamme gialle infatti in questo ambito con il contributo dell’INPS hanno permesso di intercettare oltre 50 milioni di euro indebitamente percepiti e circa 13 milioni di euro di contributi richiesti e non ancora riscossi, nonché di denunciare all’Autorità Giudiziaria, per le ipotesi di reato previste dalla normativa di settore 5.868 soggetti, 8 volte in più rispetto al 2019 quando erano solo 709. Tra questi figurano anche soggetti intestatari di ville e autovetture di lusso, evasori totali, persone dedite a traffici illeciti e facenti parte di associazioni criminali di stampo mafioso, già condannate in via definitiva

«L’attività della Guardia di Finanza a contrasto dei fenomeni di illecita percezione del Reddito di Cittadinanza nel 2020 è stata certamente incisiva e ha portato a intercettare oltre 63 milioni di euro, tra contributi indebitamente percepiti 50 milioni e quelli illecitamente richiesti ma non ancora riscossi 13 milioni- ci spiega Il Colonnello Paolo Borrelli del Comando Generale della Guardia di Finanza- si tratta di valori significativi ma che vanno considerati tenendo conto della platea molto ampia dei nuclei familiari beneficiari. I nostri controlli sono sempre mirati e selettivi. Le analisi – frutto della stretta collaborazione con l’INPS, sulla base di un protocollo d’intesa – consentono, infatti, di fornire alle Unità operative target caratterizzati da specifici profili di rischio, su cui orientare le attività».

Come spiega l’aumento dei furbetti del Reddito di Cittadinanza passati da 709 nel 2019 a oltre 5.000 nel 2020?

«La disciplina normativa del Reddito di Cittadinanza è del 2019 e le prime erogazioni sono avvenute, all’incirca, a partire da aprile dello stesso anno. Il raffronto tra il 2019 e il 2020 deve aver riguardo, in primis, a questo aspetto. Il Corpo ha tempestivamente adeguato il proprio dispositivo operativo di contrasto. Le prime analisi di rischio, tuttavia, si sono andate via via affinando e hanno compiutamente dispiegato i propri effetti a partire dall’ultimo trimestre del 2019. Tante persone che non hanno diritto riescono a percepire il Reddito di Cittadinanza».

Il controllo preventivo per l’erogazione della misura è adeguato?

«Molti sono stati, come accennato, i casi di irregolarità accertati, in termini assoluti. Numerosi sono, tuttavia, i “filtri” previsti nell’ambito della fase procedimentale finalizzata all’erogazione: dai dati dell’Osservatorio statistico dell’INPS, relativi al periodo da aprile 2019 a dicembre 2020, risulta che l’Istituto abbia respinto o cancellato oltre 600.000 domande già in sede istruttoria. In ogni caso, è da evidenziare che talune “patologie” vengono in rilievo non solo dalle analisi di rischio ma anche dalle autonome attività di intelligence e di controllo economico del territorio svolte dai nostri Reparti. La consultazioni delle banche dati può sì fornire preziosi input ma essi necessitano, spesso, di riscontri “sul campo”. E’ il caso, ad esempio, dei percettori del Reddito di cittadinanza trovati – nell’ambito dei controlli sul sommerso da lavoro – intenti a svolgere attività lavorativa “in nero”. Le attività di law enforcement del Corpo, quale polizia economico finanziaria, sono trasversali e si collocano sempre a valle dei procedimenti di erogazione. In sintesi, il dispositivo integrato, da un lato, di audit interno dell’Istituto e, dall’altro, di controllo di polizia della Componente territoriale, aeronavale e speciale del Corpo si è rivelato efficace».

Cosa succede a chi ha dichiarato il falso?

«Nel 2020 sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria 5.868 persone. Chi rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o mendaci ovvero omette informazioni dovute per accedere al beneficio è punito con la reclusione da due a sei anni. Naturalmente, all’accertamento dell’indebita percezione consegue sempre, oltre alla revoca del beneficio, la restituzione delle somme percepite».

Leggi su panorama.it