domenica, 24 Novembre 2024
Conte sfida Grillo e chiede il voto al M5S. Inguaiando anche il Pd
«Grillo decida se essere padre generoso o padre padrone. Chiedo che la comunità del M5S si esprima su questo con il voto». la guerra è dichiarata, la sfida al fondatore lanciata. Chi si aspettava una ricucitura, chi fino a pochi minuti prima della conferenza stampa ha lavorato perché il Movimento 5 Stelle non esplodesse è rimasto deluso. Conte strappa, Conte dice no a Grillo e lo sfida, apertamente a cambiare. O, meglio, a farsi da parte.
«Non ci sto ad un’operazione di facciata. Servono grandi cambiamenti. Non sarò mai un prestanome di un leader ombra…» ha attaccato Conte con la sua solita dialettica democristiana che avevamo (per fortuna) dimenticato. Ma nella sua sfida, nel suo No al fondatore ha lasciato la porta aperta, o, meglio, ha scaricato ogni responsabilità futura nelle mani del Garante. Che ha anche coperto di Lodi: «Beppe è stato un visionario… Beppe sarà sempre custode dei valori… Conserverò sempre il sorriso con Grillo… Tra Grillo e me non ci sono barriere… Grillo rimane un perno fondamentale di questo progetto…».
Tatticismi per non macchiarsi di essere l’autore materiale dello strappo decisivo; tatticismi che abbiamo già visto in due anni e più passati a Palazzo Chigi ma che non cambiano la sostanza. La sfida è lanciata ed immediatamente nelle chat dei parlamentari pentastellati si è scatenato il panico. Perché adesso non esiste più un nascondiglio. Adesso bisogna dire da che parte si sta: se da quella del fondatore o da quella del rivale (anche se in realtà c’è chi spera ancora in un passo indietro di Grillo e ricucitura della lotta), con tutti i rischi che questo comporta.
«Non commento adesso» scrive un deputato a dir poco terrorizzato. «Devo capire come reagisce Grillo prima perché a seconda di come va dovrò prendere una grande decisione per il mio futuro. Il momento è critico, i big tutti in silenzio…»
Ma non solo sfida interna. Conte ha fatto un discorso politico a 360° con l’immancabile attacco alla destra, con il confermato sostegno al Governo Draghi, come le preoccupazioni per il lavoro. Insomma, il discorso di un ipotizzabile nuovo e proprio partito personale. Anche se poi, a precisa domanda, ha spiegato che non c’è al momento la possibilità che questo possa accadere. Sappiamo però che certe parole valgono poco, dette dall’unico politico ad essere rimasto a Palazzo Chigi con due maggiorante diverse. Il Re del trasformismo.
Ma se il M5S è forse ad un passo dalla sua fine anche il Pd sta vivendo queste ore con profonda preoccupazione. Se quello che dovrebbe essere il tuo principale alleato è in queste condizioni è ovvio che tutta la coalizione ne risulti indebolita. E sono in molti a sinistra a chiedersi se sia il caso di legarsi ad un Movimento così diviso, se sia il caso di aprire a Conte o a Grillo, o a tutti e due o a nessuno dei due.
Ps. Il blog dei 5 Stelle non ha trasmesso la conferenza di Conte e, fino al questo momento, non c’è alcun commento in merito.