mercoledì, 12 Febbraio 2025
In sala ‘Living’, l’Avatar ‘esistenziale’ di Hermanus
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(ANSA) – ROMA, 23 DIC – C’è la meraviglia estetica di AVATAR
2 e quella esistenziale di LIVING di Oliver Hermanus. Due viaggi
diversi: il primo verso mondi sconosciuti oltre la nostra realtà
e l’altro nell’infinito mistero della vita, come ricorda il
titolo.
Scritto da Kazuo Ishiguro e basato sul capolavoro IKIRU di Akira
Kurosawa, il film, in sala con Circuito Cinema, racconta di un
uomo comune, Mr William, (Bill Nighy), funzionario delle opere
pubbliche nella Londra semidistrutta del Dopoguerra. Siamo nel
1953. William fa in realtà esattamente quello che aveva sognato,
ovvero è a capo di una brigata di ingessati impiegati, tutti
molto a modo ed eleganti, alle prese con la ricostruzione e
circondati da centinaia di faldoni.
Per lui è una vera fortuna vivere nell’ombra, essere un
disertore della vita, ma all’improvviso una sconvolgente
diagnosi lo obbliga a fare un bilancio, a guardarsi dentro e
anche a capire cosa fare del tempo che gli resta da vivere.
Dov’è la vita vera? Lui non lo sa, ma raccoglie i suoi risparmi
e lo ritroviamo sulla costa, accompagnato da una specie di
simpatico balordo del posto (Tom Burke), che lo inizia a piccole
trasgressioni con scarsissimo successo. Tornato a Londra,
William si lascia conquistare dalla vitalità della giovane
Margaret (Aimee Lou Wood), una sua ex dipendente giovanissima
che ora fa la cameriera in una sala da tè. Perché sceglie di
frequentarla e confidare solo a lei quel segreto che non ha
condiviso neppure con il figlio? Semplice, in Margaret vede la
voglia di vivere nella più autentica naturalezza. Forse c’è
anche un impossibile amore verso questa ragazza, ma poco importa
in un film così pieno di poesia. A William il tempo che resta
diventa poi anche occasione per creare qualcosa da lasciare alla
generazione successiva, qualcosa per quei bambini pieni della
vita più vera. E questo grazie all’aiuto di Peter (Alex Sharp),
giovane idealista appena assunto e in cui William si rivede.
(ANSA).