mercoledì, 27 Novembre 2024
2023, l’anno del caro biglietti aerei (per motivi diversi)
Siamo certi che l’avete notato, complice un calendario 2023 che, almeno per noi italiani, è pieno di ponti: i biglietti aerei costano più dell’anno scorso e molto più di quanto costassero nel 2019, mediamente almeno il 25-30%. I motivi sono molti, alcuni uguali in tutto il mondo, altri più specifici a seconda dell’area geografica coperta dalla rotta prevista dal volo. A cominciare da fatto che, sfortunatamente, i viaggi non sono immuni all’aumento dell’inflazione, anche se alla base di tutto c’è l’aumento della domanda, ovvero la voglia e la necessità di tornare a viaggiare come e più del periodo precedente alla pandemia.
Dopo la grande paralisi del settore, lo scorso anno il periodo primaverile ed estivo aveva visto un grande recupero al quale tuttavia le compagnie e le società di gestione aeroportuali non erano preparate. Ed ora che la domanda è maggiore del previsto, a causa dei prepensionamenti del personale anziano, della riduzione delle flotte, dei tempi necessari per addestrare nuovi equipaggi, e le politiche di riduzione delle spese applicate nel biennio 2020-2021, le compagnie aeree stanno offrendo circa il 15% in meno di capacità rispetto al 2019. La domanda supera l’offerta con meno posti da vendere, ed ecco i prezzi dei voli più alti.
Un’altra ragione dell’aumento sono le oscillazioni stagionali. La corsa al biglietto aereo dell’estate 2022 aveva fatto crescere i costi, ed ora che nuovi collegamenti vengono attivati – oppure riattivati – alcune destinazioni diventano costosissime specialmente in alcuni periodi dell’anno, proprio per gli eventi correlati al singolo Paese. Alcuni esempi: il Brasile nel periodo del carnevale, gli Usa nelle date che precedono il giorno del Ringraziamento, il capodanno cinese e la la stagione dei ciliegi in fiore per il Giappone.
Costa di più anche il carburante, un fattore critico poiché le quantità da imbarcare sono standardizzate dalle norme Icao e la tendenza a utilizzare anche bio-cherosene (Saf), più costoso di quello tradizionale, sta diventando una prassi per abbattere le emissioni di anidride carbonica. Il cherosene spesso scarseggia a causa della ridotta quantità di estrazione del Greggio decisa dall’Opec, di conseguenza diminuiscono anche le scorte di petrolio immediatamente disponibili e quelle di prodotto finito, la cui filiera per uso aeronautico è certificata e più lunga dei combustibili per autotrazione.
Il fattore geopolitico
Un ulteriore fattore di aumento dei costi è ovviamente la guerra russo-ucraina, in primo luogo per le sanzioni al petrolio e al gas russi che ha fatto crescere il costo del petrolio, inoltre le rotte dell’area euro-asiatica sono state ridisegnate per evitare lo spazio aereo ucraino e giocoforza allungate, con la conseguenza del maggiore consumo. Non a caso alcune compagnie aeree impongono supplementi carburante per far fronte all’aumento dei prezzi. La pianificazione del percorso per le compagnie aeree è una parte vitale delle operazioni di volo; la cancellazione di una rotta o di un volo è influenzata da molti fattori, ad esempio la previsione della domanda dei passeggeri, l’attività della concorrenza, la disponibilità dell’aeromobile e i costi. E quando le cose non funzionano, come avere meno passeggeri del previsto o problemi con prezzi e costi, un collegamento verrà cancellato poiché antieconomico per la compagnia. Infine, con la domanda di viaggi in aumento, nel 2022 le statistiche dei ritardi e delle cancellazioni sono aumentate superando il 9%, record del 2014.
Se finora abbiamo elencato cause riconducibili al mercato e alle situazioni geopolitiche, esistono anche fattori industriali: alcuni grandi vettori come Southwest, American Airlines, British Airways e altri ancora hanno cancellato diverse rotte e ridotto le frequenze per garantirsi il riempimento minimo dei voli; American Airlines nell’estate 2022 aveva eliminato talune tratte a lungo raggio a causa dei ritardi delle consegne dei Boeing 787 che aveva ordinato prima della pandemia, mentre tutti i vettori che collegavano la Cina hanno praticamente dovuto ricominciare da zero con collegamenti minimi a causa delle restrizioni e alle quarantene obbligatorie in vigore fino a pochi giorni fa.
La questione del personale aeronautico
Dal canto loro le compagnie aeree hanno ancora alcuni problemi derivanti dalle frettolose campagne di pre-pensionamenti e licenziamenti fatte nel 2020, prima tra tutte la carenza di personale di volo e di terra bene addestrato. Nel 2022 sono mancati nuovi equipaggi e lavoratori aeroportuali, il cui inserimento è lento sia a causa dell’addestramento necessario, sia perché le persone che hanno dovuto trovarsi un nuovo lavoro non vogliono tornare a fare turni di notte e festivi, caratteristica dei lavori aeroportuali. Bisogna considerare che un pilota commerciale non si forma in meno di tre anni, e per un comandante ce ne vogliono almeno otto.
Il clima cambia, aumentano le tempeste
Ancora più complessi da risolvere, ma altrettanto causa dell’aumento dei costi sono i fattori ambientali: oggi abbiamo strumenti meteorologici in grado di fare previsioni molto accurate, ma la statistica dice che eventi un tempo rari come forti tempeste e uragani sono diventati più frequenti. Pertanto, le cancellazioni legate alle condizioni meteorologiche si verificano più frequentemente.
I sistemi di previsione, specialmente se utilizzano dati satellitari, consentono di stabilire con buona precisione il momento utile per il decollo e la rotta utile ad aggirare il cattivo tempo, ma se questo coinvolge l’aeroporto di partenza o, peggio, quello di arrivo, la necessità di dirottare verso lo scalo alternato diviene più frequente. Per questo si pensa, per un futuro non troppo lontano, di usare collegamenti extra-atmosferici. Ma ci vorranno almeno altri vent’anni.
Scaltri nel web e occhio alle offerte
La buona notizia è che nel medio periodo i costi dovrebbero scendere, ma se negli Usa questo fenomeno è già osservabile, specialmente nelle rotte interne, in Europa ci vorranno ancora sei-otto mesi, dunque l’estate 2023 si annuncia, almeno per noi italiani, un po’ costosa.
Difficilmente torneranno i mini-prezzi ante 2019, ma non speriscono né i voli relativamente economici (come Italia – Giappone di Eva Air a meno di 800 euro andata e ritorno), né la possibilità di risparmiare facendo più scali e quindi aumentando il tempo totale del viaggio. Il trucco? Un agente di viaggio super aggiornato, oppure essere degli ottimi navigatori del web.