lunedì, 25 Novembre 2024
Ursula Von der Leyen incontra Giorgia Meloni, e cambia idea sul premier
«Un piacere incontrare Giorgia Meloni…». Se c’è una cosa che dal punto di vista politico porta con se l’incontro di oggi a Roma tra la Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen ed il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni è che per sempre viene messo in soffitta il tanto sbandierato pericolo di isolamento, anzi di indesiderabilità europea della leader di Fratelli d’Italia che non solo la sinistra ma gli stessi vertici di Bruxelles sbandieravano pochi mesi fa, quando impazzava la campagna elettorale.
Erano i giorni in cui Letta andava a chiedere sostegno in Germania trovando la sponda di Scholz e soci che raccontavano del rischio di un governo Meloni per l’Europa oltre che per il paese. Ma il vero cambio di rotta lo ha fatto la stessa Von der Leyen che a metà settembre aveva lanciato una nemmeno troppo velata minaccia all’Italia: «Vedremo il risultato delle elezioni, ma se le cose andranno in una situazione difficile, come nel caso di Polonia e Ungheria, abbiamo gli strumenti per agire…». Oggi siamo al «piacere di incontrare la Meloni». Forza della politica…
Detto questo è evidente che il colloquio non ha sciolto i grossi temi che da tempo Palazzo Chigi ha posto all’attenzione di Bruxelles: migranti e Pnrr.«Nel corso dell’incontro – si sottolinea in una nota di Palazzo Chigi – è stato inoltre riaffermato l’impegno del Governo italiano sul Pnrr. e condivisa la condanna per gli atti violenti in Brasile, oltre che la solidarietà alle istituzioni democratiche del Paese. Entrambe hanno espresso soddisfazione per la firma, prevista domani a Bruxelles della Dichiarazione congiunta Ue-Nato». Dichiarazioni previste e prevedibili, soprattutto per quanto riguarda il Pnrr dove le differenze di vedute sono sostanziali.Giorgia Meloni ed il suo governo chiedono, da sempre, di poter intervenire, modificando il Piano ove e come possibile dato che il testo originario era stato scritto in epoca pre-guerra in Ucraina, quando ad esempio il tema energetico non era così centrale e poi con i prezzi delle materie prime ben più basso rispetto ad oggi che hanno già portato a gare d’appalto andate deserte essendo in perdita per le aziende.
È quindi tutto rimandato al Consiglio Europeo straordinario dedicato proprio all’economia del prossimo 9 e 10 febbraio. Dove però Giorgia Meloni non sarà isolata ed indesiderata e dove certe decisioni (anche sulla questione migranti) non potranno più essere rinviate a data da destinarsi.