Hathaway femme fatale da thriller in Eileen

(ANSA) – ROMA, 25 GEN – “Certe famiglie sono così malate e
rovinate che l’unico modo per uscirne è che qualcuno muoia”.
    Parola di Rebecca Saint John, bionda psicologa, misteriosa e
affascinante, naturale femme fatale interpretata da Anne
Hathaway in Eileen, thriller psicologico/dramma famigliare di William Oldroyd (Lady Macbeth) che debutta al Sundance Film
Festival. Una storia, nella Boston di primi anni ’60, tratta
dall’omonimo romanzo di Ottessa Moshfegh (anche
cosceneggatrice), centrata sull’amicizia pericolosa a base di
seduzione reciproca, tra Rebecca e la protagonista, Eileen (una
strepitosa Thomasin McKenzie) apparentemente pacata, dimessa,
inibita e molto cattolica 20enne, impiegata nel riformatorio
locale. La ragazza è schiacciata da una routine solitaria e il
doversi prendere cura di un padre alcolizzato, instabile e
crudele (Shea Whigham: un compito che si è assunta alla morte
della madre, rinunciando agli studi.
    “Volevo lavorare con Will da quando ho visto Lady Macbeth –
spiega Anne Hathaway nella Q&A al Sundance -. Trovavo fosse un
lavoro straordinario, che raccontava, come questo film, il
conflitto e la complessità femminile. Will è un regista di cui
ti puoi fidare nel mettere in scena storie complicate,
soprattutto se riguardano le donne e questo per me è molto
importante. Mi ricordo che al mio debutto da attrice a 16 anni,
nel mio primo press tour, un giornalista come prima domanda mi
chiese se fossi “una brava bambina o una bambina cattiva –
racconta -. Ora guardando a me 16 enne risponderei con questo
film”.
    Nel thriller, Rebecca (per cui anche nel look Anne Hathaway
sembra rendere omaggio a dive anni ’50 come Lana Turner e
Marilyn Monroe) porta scompiglio su ogni livello nella vita di
Eileen, quando arriva come consulente nell’orfanotrofio dove la
ragazza lavora. La libertà nel modo di vivere e di esprimersi
della psicologa conquistano subito Eileen. Tanto che Rebecca la
coinvolge in un risvolto dark legato a un caso di cui si occupa
al riformatorio: quello di un adolescente che apparentemente
senza motivo ha massacrato il padre poliziotto. Una storia
dietro la quale si nascondono violenza e abuso. (ANSA).
   

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