lunedì, 25 Novembre 2024
All’Alta Corte di Londra Cuba rischia di perdere la battaglia legale segnando la sua fine
É iniziata lo scorso 23 gennaio presso l’Alta Corte di Londra la battaglia legale che vede contrapposti Cuba e la CRF-I Ltd, società di investimento inglese che vanta un credito nei confronti dello Stato caraibico pari a 72 milioni di euro che vennero concessi originariamente a Cuba dalle banche europee negli anni ’70 e ‘80 in marchi tedeschi.
Le autorità cubane si affidano ad una linea di difesa ideologica nella quale hanno etichettato CRF- I Ltd come «un fondo di avvoltoi» e hanno affermato nella loro argomentazione legale che la Corte inglese «non ha giurisdizione» sulla vicenda. CRF I Ltd si è rivolta all’Alta Corte londinese tre anni fa dopo che L’Avana ha rifiutato un’offerta di alleggerimento del debito fatta da CRF I Ltd e alcuni altri detentori di obbligazioni nel 2018. «Siamo ancora pronti a parlare con l’altra parte, anche in questa fase avanzata», ha detto alla Reuters il presidente del CRF I Ltd, David Charters, e alla CNBCha aggiunto: «Fai delle offerte e non succede nulla, sei ignorato e respinto, quindi cosa fai? È passato un decennio». Nel 2018, la società londinese ha offerto al governo cubano un accordo migliore di quello che il paese ha raggiunto nel 2015 con creditori bilaterali per miliardi di debiti non pagati ma Cuba ha comunque ignorato la proposta.
L’isola gestita dai comunisti ha visto le sue finanze deteriorarsi ulteriormente negli ultimi anni, a causa dell’incapacità della dittatura di gestire il Paese, dalla pandemia di corona virus e dalle restrizioni messe in atto dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Nel 2015, L’Avana ha raggiunto un accordo con i membri del Club di Parigi che ha visto la cancellazione di circa tre quarti di quel debito. Ma non avendo risolto i problemi con i suoi creditori commerciali del cosiddetto London Club, Cuba resta esclusa dai mercati finanziari internazionali. «La BNC e Cuba non hanno mai ignorato i loro debiti e hanno sempre mantenuto il loro interesse a negoziare con i loro legittimi creditori», ha fatto sapere la Banca centrale cubana prima dell’inizio del processo, ma aldilà delle parole i cubani sono ancora inadempienti. Anche altre nazioni latino americane, in particolare l’Argentina, hanno combattuto per anni lunghe battaglie giudiziarie e politiche per poi accordarsi con fondi internazionali che hanno acquistato a buon mercato i debiti insolventi e hanno iniziato cause giudiziarie. Il processo di Londra dovrebbe durare otto giorni e sarà caratterizzato da una testimonianza in remoto di un ex dipendente del Banco Nacional de Cuba, Raul Eugenio Olivera Lozano, che si trova in carcere cubano. Secondo i documenti depositati nel caso, Lozano sta scontando una pena detentiva di 13 anni dopo essere stato condannato a Cuba per aver accettato tangenti di oltre 25.000 dollari in cambio di documenti di elaborazione che hanno permesso di riassegnare i prestiti in questione a CRF I Ltd dalla ICBC Standard Bank cinese.
Nel presentare i documenti al tribunale, CRFI Ltd afferma che le richieste di corruzione sono false e che Lozano è stato accusato dal governo cubano in modo da non dover rimborsare i prestiti.In documenti più recenti, il governo cubano pero’ sembra essersi ritirato dall’accusa di corruzione del funzionario sostenendo invece che i dirigenti bancari che hanno facilitato la riassegnazione del debito non avevano l’autorità di farlo. La causa è costosissima per entrambe le parti tanto che aoggi, il governo cubano ha speso circa 3 milioni di dollari in spese legali in sua difesa e i querelanti (CRF I Ltd) hanno speso circa 2,6 milioni di dollari. Nel Regno Unito, il soccombente paga le speselegali del vincitore, quindi una delle parti spenderà quasi 6 milioni di dollari. Questa è la prima volta che Cuba affronta un’azione legale per i debiti commerciali risalenti agli anni ‘80 e ‘90 e seCRF I Ltd dovesse vincere potrebbe portare a ulteriori cause da parte dei creditori che vantano crediti miliardari e il mancato rispetto della sentenza potrebbe portare al sequestri di beni dello Stato cubano. Inoltre Cuba non sarebbe più in grado di prendere prestiti sui mercati internazionali dei capitali fino a quando i suoi debiti non saranno onorati.Secondo la Banca Mondiale, il prodotto interno lordo di Cuba nel 2020 è stato di 107 miliardi di dollari, leggermente superiore al bilancio di New York City. Il Paese è riuscito a sopravvivere perdecenni grazie agli aiuti finanziari dell’ex Unione Sovietica, del Venezuela e della Cina. Ma con il Venezuela finanziariamente debole, la Russia impegnata su altri fronti -uno su tutti quello ucraino, e la Cina che affronta un’economia più debole, quelle linee di credito si sono inaridite o quasi.
Secondo la CNBC: «A causa dell’embargo degli Stati Uniti contro Cuba, agli investitori americani è vietato possedere e scambiare debito cubano, il che frustra alcuni gestori di hedge fund del mercato di frontiera negli Stati Uniti. Sostengono che detenere il debito cubano servirebbe meglio gli interessi della politica estera di Washington perché darebbe agli americani un posto a qualche futuro tavolo negoziale».
Oltre al debito commerciale, ci sono ancora quasi 6.000 crediti in sospeso da parte di aziende americane le cui proprietà sono state confiscate dal governo cubano dopo che l’ex leader FidelCastro è salito al potere in un colpo di stato nel 1959. John Kavulich, il capo di lunga data del Consiglio commerciale ed economico USA-Cuba, un’organizzazione no profit privata e apartitica, ha affermato alla CNBC: «La causa può rivelarsi stimolante per le amministrazioni statunitensi e cubane per negoziare un accordo per le 5.913 richieste del valore di 1,9 miliardi di dollari».
Questo genere di crediti è scambiato sui mercati finanziari secondari ed è qui che operano investitori che si sono specializzati nell’acquistarli con sconti al valore nominale del prestito per poi negoziare con il governo creditore. Di solito, si evitano i tribunali anche per i costi legali e si chiude con uno sconto sul valore nominale e una parte degli interessi scaduti. Per decenni, il debito cubano è stato scambiato da 8 a 10 centesimi sul dollaro, con occasionali picchi guidati da eventi come la morte dell’ex dittatore cubano Fidel Castro nel 2016 o lo scongelamento temporaneo delle relazioni USA-Cuba sotto l’allora presidente Barack Obama nel 2014, nella speranza che unaccordo fosse più probabile. Essere pagati con un debito molto vecchio e inadempiente non è privo di precedenti. Il debito iracheno è stato scambiato tra gli 8 e i 10 centesimi sul dollaro per un decennio, e poi si è accontentato di circa 32 centesimi sul dollaro dopo l’invasione degli Stati Uniti nel 2003. Anche se il debito inadempiente di Cuba ha quasi 40 anni, c’è un precedente per gli obbligazionisti che aspettano ancora più a lungo. Più di 300.000 detentori di obbligazioni russe dell’era zarista, che i bolscevichi sono inadempienti nel 1917 dopo la rivoluzione, hanno ricevuto il pagamento nel 2000. Una situazione, quella della quale si discute nelle austere aule dell’Alta Cortelondinese, che si riassume in una frase dello scrittore americano George D. Prentice: «Alcune persone usano metà della loro ingegnosità per mettersi nei debiti, e l’altra metà per evitare di pagarli». Intanto a Cuba la popolazione non ha nulla da mangiare, mancano i farmaci e i generi diprima necessità e chiunque critica il regime finisce in carcere. Ma il dato peggiore è che non esiste una seria opposizione organizzata in grado di cambiare le cose.