Tutto su Laika, esce il film sulla street artist

(ANSA) – ROMA, 01 FEB – In pochissimi anni Laika è diventata
tra le più note street artist italiane: l’ultima sua opera,
Mafia sucks, era affissa a pochi metri dal carcere dell’Aquila
dove è rinchiuso Matteo Messina Denaro. Nel 2019 il poster sul
calciatore Daniele De Rossi a Testaccio prima della sua ultima
partita con la Roma ‘In hoc signo vinces’, diventato
immediatamente virale, le ha dato la prima popolarità e non solo
tra i tifosi romanisti come lei. Il nome d’arte è un omaggio
alla cagnetta che salì sullo Sputnik nel 1957 e se le chiedi
come si definisce, risponde ‘attacchina’. Tutto questo, come
si vede anche nel film a lei dedicato ‘LIFE IS (NOT) A GAME’
presentato alla Festa di Roma, opera prima di Antonio Valerio
Spera e ora in sala dal 2 febbraio, prodotto da Morel Film e
Salon Indien Films (per una co-produzione italo-spagnola) e
distribuito da Kimera Film e Morel Film, è riduttivo e la sua
arte è diventata davvero molto altro. Come Banksy (“il
numero 1”), come TvBoy (“lo ammiro tantissimo”), come Maupal
(“il suo Papa è un uomo dolcissimo”), Laika è una artista di
strada il cui messaggio arriva forte e chiaro ed è (quasi)
sempre di protesta, “è incredibile la potenza che può avere un
poster sul muro a smuovere le persone, a farle sentire
coinvolte”, ha detto in un’intervista all’ANSA. Il film
documenta il suo impegno accanto ai rifugiati della rotta
balcanica, a chi tenta “il game”(come si dice in gergo il
tentativo di attraversare il confine con la Croazia). Laika
all’inizio del 2021 è stata lì per denunciare le atroci
condizioni di vita dei migranti e poi nell’aprile del 2022 è
stata in Polonia, al confine con l’Ucraina. Quel lavoro a
Przemysl s’intitola ‘All refugees welcome!’ e raffigura bambini
in fuga da ogni guerra. Il film non è un convenzionale
documentario sull’arte, né un classico biopic, ma il racconto
degli ultimi due anni della nostra vita osservati dal punto
vista della artista romana. (ANSA).
   

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