martedì, 26 Novembre 2024
Black Widow: il Guardiano Rosso, le origini del Capitan America sovietico
Sin dai trailer, è uno dei personaggi di Black Widow che ha suscitato più curiosità, insieme alla nuova Vedova Nera, la Yelena Belova di Florence Pugh. Stiamo parlando di quel suggestivo incrocio tra un Capitan America e Babbo Natale che è, nel film, il Guardiano Rosso (Red Guardian), interpretato da David Harbour. Ma chi è il Guardiano Rosso? Da dove salta fuori? Qual è la sua storia? C’entra il comunismo. Come per quasi tutti i primi eroi Marvel.
I RUSSI E IL MARITO DELLA VEDOVA
Non è un fatto noto ai più, perché le origini degli eroi Marvel sono state aggiornate col passare degli anni e alcuni dettagli sono comprensibilmente scivolati sullo sfondo. Ma nel grande boom degli eroi della Casa delle Idee, nei primi anni 60, la Guerra Fredda e la minaccia rossa erano una costante nelle storie scritte da Stan Lee. Ant-Man affronta come suoi primi nemici dei russi, l’esperimento che dà vita a Hulk viene sabotato da una spia sovietica, i Fantastici Quattro decidono di anticipare i tempi e compiere quel volo sperimentale nello spazio per evitare che “i comunisti arrivino prima” di loro, e così via.
Il Guardiano Rosso, però, arriva più tardi, quando alle redini delle storie degli Avengers c’è il pupillo di Stan Lee, Roy Thomas. Lui e John Buscema creano il personaggio sulle pagine di Avengers 43, pubblicato a fine ’66 e avente come data di copertina gennaio ’67. Il moscovita Alexei Shostakov, si scopre nell’arco di due albi, è il marito di Natasha Romanoff, la donna che diventerà la Vedova Nera. Ex pilota dell’aviazione militare durante la Seconda Guerra Mondiale, ex collaudatore di aerei da combattimento, Alexei viene scelto dal KGB (e da Nikita Khrushchev in persona) per dar vita a un Capitan America russo. Ne viene finta la morte agli occhi del mondo, perciò Natasha, la futura Vedova Nera si convince di esser rimasta vedova sul serio.
LA DONNA, IL SOGNO E IL GRANDE INCUBO
Non avendo a disposizione un siero del supersoldato, non gli danno alcun superpotere. Viene addestrato per diventare un abile combattente e munito di un costume alla Cap, ma ovviamente con stella rossa sul petto. Al posto dello scudo, sempre per la scelta del fare tutto in economia, gli danno una cintura con una fibbia magnetica da lancio. Sul serio.
Il Guardiamo Rosso combatte contro gli Avengers, alleato a un militare cinese in possesso di un’arma di distruzione di massa. Tra le fila dei Vendicatori c’è Natasha, che ai tempi a) è legata sentimentalmente a Occhio di Falco e b) va in giro vestita come la vedete qui sopra. Se ne parlava qualche giorno fa qui.
A Natasha quel tizio mascherato in effetti sembra ricordare qualcuno… E lui due secondi dopo si leva la maschera, affinché venga raccontato a Occhio di Falco tutto il pippotto sul passato della sua compagna. Alexei affronta gli altri Avengers, mena un paio di volte Cap e poi ovviamente muore. E viene coperto dalla lava di un vulcano. Càpita.
Fine? Tutto qui? Ovviamente no. Alexei torna nel 1990, nella graphic novel Black Widow: The Coldest War, come un Life Model Decoy (LMD), uno di quegli androidi Marvel che sembrano proprio degli esseri umani. In seguito lo vediamo anche altrove. Ad esempio, con un paio di baffoni da pre-caduta del Muro, nella miniserie Widowmaker (2011), i cui protagonisti sono Occhio di Falco, la Vedova Nera e Mimo (Bobbi Morse). Lì indossa i panni di Ronin… un’identità segreta usata da vari personaggi Marvel, tra cui Occhio di Falco stesso.
Come per altri supertizi sovietici, ad esempio la Dinamo Cremisi, esistono tante incarnazioni diverse nei fumetti Marvel anche del Guardiano Rosso.
Grazie a vari retcon e a nuove storie, Alexei, pur essendo stato il primo Guardiano Rosso ad apparire nei fumetti, è ora cronologicamente il secondo, perché nel ’91 è stato aggiunto un Guardiano Rosso della Golden Age, incontrato da Capitan America nel ’45. Poi ce ne sono altri cinque, spalmati tra gli anni 70 e i giorni nostri: la dottoressa Tania Belinsky (1976), Josef Petkus (1989), Krassno Granitsky (1998), Anton (2008), Nikolai Krylenko (2010).
Non ci sarà più l’Unione Sovietica da oltre trent’anni, ok, ma di Capitan America rossi qui quanti ne vuoi.