Covid:Gimbe, dopo 15 settimane di calo, casi in aumento +5%

(ANSA) – ROMA, 08 LUG – Dopo settimane di calo, riprendono ad
aumentare i casi di Covid in Italia. Nella settimana tra il 30
giugno e 6 luglio c’è stato un incremento del 5%, a fronte di un
calo del 24,2% dei ricoveri, del 30,7% degli ingressi in terapia
intensiva e del 26,4% delle morti. Sono alcuni dei dati che
emergono dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.
    In particolare in 11 Regioni (Abruzzo, Campania, Liguria,
Lombardia, Marche, Provincia autonoma di Trento, Provincia
autonoma di Bolzano, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto) si
registra un incremento dei nuovi casi rispetto alla settimana
precedente, mentre le restanti 10 Regioni si confermano in calo.
    “Sul fronte dei nuovi casi settimanali – dichiara Nino
Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – dopo 15
settimane consecutive di discesa, si rileva un incremento del 5%
rispetto alla settimana precedente. Anche l’attività di test,
dopo 7 settimane di calo, registra un aumento del 15,5%,
continuando tuttavia ad attestarsi su numeri troppo bassi, con
conseguente sottostima dei nuovi casi e insufficiente
tracciamento dei contatti”. Dalla settimana 5-11 maggio il
numero di persone testate settimanalmente si è progressivamente
ridotto del 60,3%, passando da 662.549 a 263.213, per poi
risalire questa settimana a
303.969. I decessi, dopo l’apparente stabilizzazione della
scorsa settimana (verosimilmente imputabile a ricalcoli), hanno
ripreso a scendere attestandosi nell’ultima settimana a 162 con
una media di 23 al giorno rispetto ai 31 della settimana
precedente. “L’occupazione di posti letto da parte dei pazienti
Covid si attesta al 2%- afferma Renata Gili, responsabile
Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe – Tutte le Regioni registrano
valori inferiori al 10% e sono 8 le Regioni che non contano
pazienti COVID ricoverati in area critica”. Dal picco del 6
aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da
29.337 a 1.271 (-95,7%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a
187 (-95%). Le persone in isolamento domiciliare, dal picco del
28 marzo, sono passate da 540.855 a 41.121 (-94,2%). (ANSA).
   

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