Cannes: Valeria Bruni Tedeschi, film sui miei anni ’80

(ANSA) – CANNES, 10 LUG – “Alla mia età personaggi come Raf –
la ansiosa, egocentrica, borghese parigina – sono quelli in cui
mi riconosco di più, hanno un grande super io che le condiziona,
ho preparato il ruolo dalla mia analista e così La Fracture di
Catherine Corsini, è stato per me quasi una vacanza come se il
super ego recitando mi lasciasse un po’ in pace”, racconta
Valeria Bruni Tedeschi, efficace protagonista del film francese
in concorso, che ieri sera ha avuto 10 minuti di applausi e
un’ovazione alla fine della proiezione ufficiale alla Lumiere
con tutto il cast felice dell’accoglienza. La Bruni Tedeschi è
una disperata Raf che non vuole accettare di essere lasciata
dalla fidanzata Julie (Marine Fois), per inseguirla in strada
cade e si frattura pesantemente un braccio. Al pronto soccorso
si apre un mondo, caotico, brulicante di umanità, pronto a
riversare le esplosioni sociali e le differenze di classe, in
particolare l’incontro tra Raf e Yann (Pio Marmai) un
manifestante dei Gilets Jaunes, ferito gravemente ad una gamba
dalla polizia nella guerriglia agli Champs Elysees, apre un
confronto/scontro che troverà il trait d’unione nella
solidarietà. C’è la società di oggi, quella francese in
particolare, dentro quell’ospedale, “come se – ribadisce la
Corsini – l’emergenza del pronto soccorso sia lente di quella
dell’Occidente. Viviamo in un mondo privilegiato ma le
contraddizioni sono forti e anche se si ride, ci si commuove, si
prova empatia per questi personaggi al fondo c’è che per
superare le divergenze ci vuole dialogo e umanità”. Girato
durante la pandemia, uno dei primi film sul set, “un miracolo
quasi quotidiano” – racconta la Bruni Tedeschi – il film mostra
infermiere eccezionali che lavorano fino allo stremo psicologico
sei ore dopo il turno, manifestanti preoccupati di perdere il
lavoro, poliziotti nel panico, ragazzini pestati dalla polizia.
    “La cosa assurda è che il Covid non ci ha insegnato niente –
s’infervora Bruni Tedeschi – tutto è come prima, la Parigi in
fiamme dei giorni dei Gilet Gialli non è cambiata come invece
doveva accadere con l’esperienza della pandemia, le fratture
sociali sono esplose”. (ANSA).
   

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