Douglas, a 78 anni mi scopro supereroe in Ant-Man

(ANSA) – ROMA, 15 FEB – “Più conosciamo lo spazio e più siamo
consapevoli che non c’è nessun altro pianeta dove andare e
nonostante questo continuiamo a trattare male questa piccola
astronave chiamata Terra. Un conflitto come quello in Ucraina
non sarebbe mai dovuto accadere, non è la guerra dei film, è
solo una cosa terribile”, così Michael Kirk Douglas nella Global
Virtual Conference di ANT-MAN AND THE WASP: QUANTUMANIA in sala
dal 15 febbraio distribuito da Walt Disney.
    E ancora da parte dell’attore la soddisfazione di fare un
film che tutti possono vedere: “La maggior parte dei miei film
erano per adulti, classificati R, vietati, che neppure i miei
figli potevano vedere. Con ANT-MAN sono diventato noto a una
nuova generazione di adolescenti che non mi aveva mai
conosciuto”.
    Primo film delle fase 5 dei Marvel Studios, ANT-MAN vede il
ritorno dei supereroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne
(Evangeline Lilly) per continuare le loro avventure come Ant-Man
e Wasp. Insieme a loro i genitori di Hope, Janet Van Dyne
(Michelle Pfeiffer) e appunto Michael Douglas, nei panni di Hank
Pym, e la figlia di Scott, Cassie Lang (Kathryn Newton). In
tutto una strana famiglia di cinque persone apparentemente del
tutto normale, anche se fatta in realtà da supereroi spesso
imbranati e con qualche scheletro nell’armadio. Per loro
un’avventura piena d’azione nell’oscuro Regno Quantico, dove c’è
da affrontare il supercattivo Kang the Conqueror (Jonathan
Majors), che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano
fosse possibile e rivelerà anche segreti familiari inaspettati.
    “Da oggi – sottolinea poi l’attore, 78 anni -, interpreterò
praticamente qualsiasi ruolo che mi propongano con il green
screen per gli effetti speciali. La differenza nel fare questi
film è il fatto che hai solo una vaga idea di quello che si
vedrà e questo richiede una grande fiducia tra te e i tecnici.
    Spesso ti senti sciocco nel fare certe cose senza nessuno
intorno, ma loro ti incoraggiano ad andare avanti. Poi quando
finalmente ti vedi, capisci che avevano ragione”. (ANSA).
   

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