Cannes: Deneuve, tornare insieme segnale al mondo

(ANSA) – CANNES, 11 LUG – Il calore del giorno dopo: forte
di un consenso che va ben oltre le qualità del film e la
riguarda in prima persona, Catherine Deneuve (77 anni
magnificamente portati con indifferenza) si riprende la scena
davanti ai giornalisti, fino ad oscurare, ma era inevitabile, i
suoi colleghi e la sua regista. Ieri sera la presentazione
ufficiale del film di Emmanuelle Bercot DE SON VIVANT, con
Benoit Magimel, Cécile de France e l’ormai mitico dottor Sara
nei panni di se stesso, è stata l’atteso bagno di folla. Il
copione è scritto su misura per lo strazio di una madre che vede
suo figlio, nel pieno della vita, condannato a morte da un
tumore al pancreas.
    A chi le domanda a freddo “come sta?” restituisce un sorriso
sornione e replica “Bene, come dovrei stare? Mi pare
meraviglioso ritrovarci tutti qui dopo aver dubitato fino
all’ultimo”. Non un accenno all’ischemia che l’ha colpita a
novembre 2019 senza lasciare per fortuna alcun segno, non una
scivolata retorica, semmai una leggera impazienza per chi tarda
a fare domande. “E’ stata una lavorazione travagliata – dice
-perché poco dopo l’inizio delle riprese ci si è dovuti fermare
a causa mia, poi è arrivata la pandemia e sono trascorsi mesi,
poi la ripresa dei contagi ha ancora rallentato gli ultimi
ritocchi. Ma forse tutto questo è servito a noi attori, ci ha
dato più tempo per pensare, abbiamo scoperto dentro di noi
sensazioni che non conoscevamo. A ripensarci questo tempo mi ha
molto cambiata, ha mutato il mio rapporto con la vita. Ed è ciò
che Emmanuelle ci chiedeva di offrire a questa storia”. L’ultima
volta in pubblico per Deneuve era stata l’apparizione alle
sfilata di Dior ad Atene, ormai alcuni mesi fa. Ma Cannes è da
cinquant’anni il suo palcoscenico naturale ed era logico che lo
calcasse come se fosse il giardino di casa.
    “E’ importante che ci ritroviamo dal vivo insieme, lo è
anche per quelli che ancora non possono venire – dice sfoderando
un luminoso sorriso -perché afferma la nostra voglia di vivere e
una diversa consapevolezza. E’ un segnale che diamo al mondo”.
    (ANSA).
   

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