The Offering, quando il mostro è in noi

(ANSA) – ROMA, 22 FEB – In qualunque horror “persino il
più commerciale, puoi anche accontentarti e solo divertirti di
saltare dalla paura, ma il tema fondamentale che trovi è uno
sguardo alla condizione umana”. Da regista quello che “mi
interessa è una luce su un’altra prospettiva attraverso cui
guardare alla vita, all’oppressione, all’avidità, al lutto, al
trauma, al sacrificio come in questo caso”. Così il regista
britannico Oliver Park racconta all’ANSA il suo horror tra
demoni, cabala e comunità ebraica chassidica, The Offering con
Nick Blood, Emma Wiseman, Allan Corduner e Paul Kaye che dopo il
successo di critica negli Usa arriva in sala dal 23 febbraio con
Vertice 360.
    “Questo film è legato soprattutto al tema del sacrificio,
della ricerca di rinascita e la necessità di ritrovare fiducia
in se’, non mostra semplicemente un demone che cerca di divorare
tutti” aggiunge Parks, qui a primo lungometraggio dopo i tanti
premi vinti nel 2016 con il corto Horror Vicious. Il racconto
parte da Arthur (Blood) agente immobiliare cresciuto nella
comunità ebraica chassidica ortodossa di Brooklyn a New York, dalla quale da anni si è allontanato. I crescenti problemi
economici e l’essere in attesa con la moglie Claire (Wiseman)
del primo figlio lo portano a cercare di riconciliarsi con il
padre Saul (Corduner) andando a vivere nella casa di famiglia.
    Il genitore, titolare di un’agenzia funebre, si trova però ad
aprire le porte al mistero di un amico morto con i segni addossi
di un’entità demoniaca femminile, Abyzou. “La storia viene dagli sceneggiatori Hank Hoffmann e Jonathan
Yunger ed è stata ispirata dal periodo in cui Hank ha lavorato
in un obitorio. Tratta di temi che abbiamo dentro tutti – spiega
Park -. Quando mi hanno proposto la sceneggiatura ne sono
rimasto affascinato anche perché rientra nella tradizione
dell’horror ebraico. Io ho studiato l’horror tutta la mia vita.
    Un percorso che mi ha fatto amare classici come Halloween,
Suspiria e Il golem del 1915 la prima saga del genere, che era
proprio un horror ebraico (nato dall’omonimo personaggio
mitologico menzionato nella Cabala ebraica). (ANSA).
   

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