sabato, 8 Febbraio 2025
Santiago Mitre, processo a Videla ma oggi quel coraggio non c’è
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(ANSA) – ROMA, 22 FEB – Furono giorni impetuosi, di coraggio,
paura, eroismo, liberazione e servirono a costruire la nuova
Argentina, prima di tutto democratica. Il film di Santiago
Mitre, applaudito alla Mostra del cinema di Venezia, vincitore
del Golden Globe e candidato all’Oscar tra i film
internazionali, dopo lo streaming su Prime Video arriva in sala
in Italia dal 23 febbraio con Lucky Red e Circuito Cinema pronto
ad emozionare. ARGENTINA, 1985 è un film potente con un cast
eccellente in cui spicca Ricardo Darin nei panni di Julio
Strassera, il pm che mise sotto processo il dittatore Videla e i
suoi complici. Un eroe nazionale, morto nel 2015, che si studia
a scuola ma nulla di quella vicenda fu scontato, anzi. “Per due anni – racconta a Roma Santiago Mitre che con il
coprotagonista Peter Lanzani è arrivato per lanciare il film –
ho letto di tutto. Sentivo la grande responsabilità di cineasta,
ma anche di cittadino per quello che stavamo raccontando, il
processo del secolo, quello che ha rifondato il mio paese dopo
la tragedia della dittatura. Abbiamo letto migliaia di carte,
incontrato giudici, funzionari, famiglie di desaparecidos,
associazioni per i diritti umani che sono state la prima linea
per raccogliere i documenti su cui si basava il processo. E’
stato molto doloroso”. L’Argentina appena un anno dopo la caduta
della dittatura riuscì a processare il generale e gli altri
responsabili di torture che eliminarono di fatto una generazione
di giovani. Sono passati 40 anni, cosa ne è di quel coraggio? “Quella grande spinta di giustizia, quell’eroismo temo sia
andato perduto, non vedo intorno a me – risponde all’ANSA –
questa voglia di scontrarsi con il potere come fu per Strassera,
oggi forse quel processo non ci sarebbe”.
Dice il regista: “lo immaginavo come un thriller processuale su
un fatto storico, invece è diventato un film che sta
interessando i giovani, sta facendo scoprire loro cose che a
malapena si studiano. L’idea di giustizia è un atto di
guarigione, ma la memoria è un valore democratico. Spero che il
film serva a farlo ricordare”. (ANSA).