La propaganda miope sui figli delle coppie LGBT

Cosa sta succedendo ai figli di coppie omosessuali in Italia?

Una coppia di uppercut al mento che stenderebbero anche il più nerboruto dei pugili sul ring.

Lunedì 13 marzo arriva il primo ‘destro’ al volto: la Prefettura di Milano, interpellato il Ministero dell’Interno, dirama una circolare indirizzata al Comune in cui avverte Palazzo Marino di interrompere immediatamente la pratica delle trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali.

Immediatamente il Comune di Milano si allinea, nonostante il Sindaco Sala si spertichi nel dichiararsi contrario e solidale ai movimenti LGBTQIA+.

Né il Comune meneghino avrebbe potuto fare altrimenti dacché la Prefettura ha avvertito che se avesse proseguito nelle trascrizioni avrebbe richiesto l’intervento della Procura per annullarle.

Martedì 14 marzo, quindi il giorno successivo, arriva la seconda ‘sventola’: la Commissione Politiche europee del Senato ha bocciato la proposta di Regolamento Ue per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l’adozione di un certificato europeo di filiazione, una sorta di carta di identità europea del minore che gli garantisca l’accesso ai diritti civili e sociali anche in quegli Stati dove non risulti il suo status di figlio.

La risoluzione della maggioranza è passata con 11 voti favorevoli e 7 contrari, contrarie le opposizioni compatte.

La lettura superficiale che queste ultime stanno offrendo all’opinione pubblica è di un Governo oscurantista e restauratore allineato ai Paesi più conservatori come Polonia e Ungheria che calpesta i diritti umani per mera perfidia.

Per sabato 18 marzo è stata anche convocata una manifestazione di protesta in cui inevitabilmente il nemico verrà individuato nella maggioranza e nel suo esponente di spicco, Giorgia Meloni, per la quale sono già pronte caricature che la trasfigureranno facendola rassomigliare a Orban, Hitler o al Dott. Mengele

La propaganda politica pecca spesso di miopia.

In Italia vige una legge promulgata nel 2004, la famigerata Legge n. 40, che riserva le tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma) solo alle coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile.

La legittimità costituzionale di tale legge è stata deferita alla Corte Costituzionale che, con sentenza n. 221 del 2019 ha rigettato tutte le eccezioni sollevate e reso inequivocabile il divieto di accesso alla Pma da parte di coppie omosessuali.

La Corte di Cassazione, più volte interessata della questione, non ha potuto che rigettare tutti i ricorsi, da ultimo con la recentissima sentenza a Sezioni Unite n. 38162 del 30 dicembre 2022 che ha sancito un fermo divieto all’inserimento in automatico nell’atto di stato civile del nome del genitore intenzionale di un minore, nato da maternità surrogata, pratica «che offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane».

Viviamo quindi in un Paese del IV Reich?

La verità è che si guarda sempre al dito e non alla luna e nessuno si fa un esame di autocoscienza domandosi come sia possibile che, dopo il 2004, abbiamo avuto al Governo quelle stesse opposizioni che oggi gridano al fascismo di Stato ma che non si sono mai prese la briga di modificare o abrogare la legge n. 40, preferendo rinviare il problema per poi aspettare che tornasse al governo la ‘destra’ per gridare allo scandalo.

I vari Presidenti del Consiglio succedutisi, Prodi, Monti, Gentiloni, Renzi, Letta, Conte, Draghi, e le maggioranze che li sostenevano dov’erano?

E’ profondamente sbagliato attribuire alla questione un colore politico e cavalcarla solo per mero opportunismo elettorale: in questo modo non se ne esce e si perde inevitabilmente la visione d’insieme.

Il tema è etico e come tale appartiene a valutazioni insindacabili rimesse alla coscienza di ciascuno, indipendentemente che sia di destra o di sinistra o pentastellato o vattelapesca.

Quando si è deciso di legalizzare aborto e divorzio è stata fatta una consultazione popolare che ha fornito un indirizzo cui i Governi si sono allineati.

Gli italiani decidano, una volta per tutte, se pagare una donna per procreare un figlio e partorirlo ‘per conto terzi’ sia sdoganabile attraverso una sanatoria successiva quale è il riconoscimento dello status di figlio tramite la trascrizione dell’atto di nascita estero.

Gli italiani decidano se il genitore intenzionale, colei o colui che non ha alcun legame di sangue con il figlio ma ha condiviso questo progetto con il genitore biologico (la compagna o moglie omosessuale o il padre donatore del seme) meriti in Italia lo status di genitore.

Siamo una democrazia, abbiamo versato sangue per diventarlo dopo gli orrori della guerra, riappropriamoci della prerogativa di scegliere, in coscienza, come la nostra Costituzione prevede.

Eraclito ha scritto: “Ogni giorno, quello che scegli, quello che pensi e quello che fai è ciò che diventi”.

Sarebbe il caso di smetterla davvero di piangerci addosso decidendo, una volta per tutte, quello che vogliamo diventare, come Nazione, anche su questi temi.

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