domenica, 24 Novembre 2024
Le stazioni ferroviarie regno di impuniti straconosciuti dalle Forze dell’Ordine
La cronaca delle ultime settimane sulle principali stazioni italiane ha mostrato come questi luoghi siano terreno fertile per la criminalità rappresentando un pericolo per i milioni di viaggiatori che ci transitano ogni giorno. Ma la cosa più sconcertante è che a commettere i reati sono sempre le stesse persone. Soggetti noti alle forze di polizia che vengono sorpresi a commettere la stessa tipologia di reato per poi tornare quasi subito fuori le stazioni che si sono guadagnate il titolo di paradiso dei recidivi.
«Quando arrestiamo una persona nelle stazioni, il sistema giudiziario che dovrebbe assicurare per un determinato periodo di tempo questi soggetti in strutture carcerarie nella stragrande maggioranza dei casi le rimette in libertà»-ci spiega Domenico Pianese del sindacato di Polizia Coisp
Perché sono rimessi in libertà?
«La maggior parte delle persone arrestate vengono rimesse in libertà con pena sospesa, denunciate a piede libero o sono affidate ai servizi sociali. Individui che tornano quasi subito nelle stazioni nonostante la spiccata pericolosità sociale e che commettono molto spesso gli stessi reati, erroneamente definiti come minori quando in realtà incidono maggiormente sulla percezione di sicurezza dei cittadini».
Dove avvengono i reati?
«I reati avvengono soprattutto nelle aree adiacenti delle stazioni che sono ormai divenute un ricettacolo di persone che vivono ai margini della società cercando di sopravvivere, spacciando, prostituendosi, chiedendo l’elemosina e commettendo furti e rapine. Ma il problema non è solo della polizia ma dovrebbe riguardare anche i servizi sociali dei comuni, il mondo dell’assistenzialismo e dell’inclusione sociale che invece sono assenti. Ad esempio i due soggetti che hanno accoltellato l’uomo di Milano fuori la stazione Termini, erano persone pluripregiudicate, che vivevano di espedienti e con un profilo di alta pericolosità sociale ma che sono andate in carcere solo dopo questo tentato omicidio. Erano volti talmente noti che sono stati subito riconosciuti mentre venivano visionate le telecamere di sicurezza e si è preceduto subito a trarli in arresto perché sapevamo già dove andarli a cercare».
Cosa succede con i fogli di via?
«Il foglio di via in questo Paese non da la certezza che il soggetto lasci il territorio nazionale anzi spesso avviene il contrario. Oltre a stracciare il documento questi persone irregolari sul territorio se fermate nuovamente tendono a dare false generalità perché noi non sappiamo chi siano in realtà, arrivano qui senza documenti. È un’attività di polizia che non produce effetti e che distrae il personale dal controllo del territorio inutilmente».
La nuova direttiva del Ministro Piantedosi sulle stazioni
Il ministero dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha inviato una direttiva ai prefetti di Roma, Napoli e Milano per intensificare le attività di controllo nelle zone adiacenti alle stazioni ferroviarie, assicurando una presenza rafforzata e visibile delle Forze di polizia e offrendo una più efficace risposta al bisogno di protezione in zone dove la percezione di insicurezza è molto diffusa.In particolare, sulla base delle indicazioni fornite dal titolare del Viminale, i prefetti, integrando i piani di controllo coordinato del territorio da parte delle forze di polizia, dovranno attivare in tali aree dispositivi specifici di vigilanza con l’obiettivo di metterle più stabilmente in sicurezza e restituirle così alla piena fruibilità da parte delle comunità di riferimento.Con la disponibilità dei sindaci interessati, dovrà essere previsto un ulteriore coinvolgimento delle polizie locali e al contempo dovrà essere valorizzato l’impegno della Guardia di Finanza sul fronte dell’azione di accertamento di tipo economico-finanziario nei confronti dei gestori di attività.La direttiva è stata adottata sulla scorta dei risultati già conseguiti grazie alle operazioni interforze ad “alto impatto” realizzate dallo scorso 10 gennaio nelle tre principali stazioni ferroviarie delle città di Roma, Milano e Napoli e poi estese ad altri ambiti cittadini, interessati dal fenomeno della cd. malamovida e dallo spaccio di sostanze stupefacenti.Si tratta di servizi straordinari di controllo del territorio che hanno visto l’impiego di personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, con la collaborazione della Polizia locale e il concorso di altri enti (ASL, Ispettorati del lavoro, Aziende municipalizzate), ed hanno consentito di accrescere prevenzione e repressione delle diverse forme di illegalità.
I reati di febbraio 2023
Alla stazione di Milano centrale e nelle immediate vicinanze nello scorso mese di febbraio sono state denunciate 91 persone per reati predatori, furti rapina, daspo, violazione legge Bossi-Fini per un totale di 234 denunce. Mentre alla stazione di Roma Termini e nei luoghi limitrofi dal primo gennaio al 28 febbraio 2023 sono state denunciate 71 persone, arrestate 69 e sono stati commessi 15 furti, 7 rapine e 6 lesioni dolose. Controllate 36mila persone. Alla stazione di Napoli nel mese di febbraio c’è stato un arresto, 7 denunciati, 12 sanzioni, 1 aggressione al capo treno, 6 furti,4 imbrattamenti di treni, 26mila persone controllate e sono stati rintracciati 6 minori.
I numeri dell’ultima attività nelle stazioni
Dal 10 gennaio al 17 marzo, sono state impiegate 10.449 unità delle Forze di polizia, cui si sono aggiunti 906 appartenenti alle polizie municipali di Roma, Milano e Napoli e 687 dipendenti di altri enti (aziende pubbliche, ispettorato del lavoro, Asl). Sono state controllate 93.459 persone, di cui 26.763 straniere, con 248 arresti e 1243 persone denunciate. I controlli hanno riguardato anche 11.197 veicoli e 2.534 esercizi pubblici, ove sono stati individuati 419 lavoratori irregolari. Gli stranieri espulsi sono stati 266, 55 dei quali accompagnati presso i Centri di permanenza per i rimpatri. All’esito dell’attività di polizia, sono state anche disposte 161 misure di prevenzione personale, 43 fogli di via obbligatori e ben 118 divieti di accesso alle aree urbane. Sono state anche accertate 3.118 violazioni amministrative, oltre a 543 di natura fiscale. Inoltre, sono stati sequestrati denaro, merce contraffatta o insicura (tra prodotti alimentari, abbigliamento, giocattoli e altro), stupefacenti, veicoli e armi.