domenica, 24 Novembre 2024
Le buone ragioni della soddisfazione del premier
Per analizzare e capire se il Consiglio Europeo sia stato un successo o meno per l’Italia si deve per forza partire da quello che succedeva in passato. Non si contano infatti le volte che negli ultimi decenni siamo tornati non solo con niente in mano ma addirittura senza nemmeno uno straccio di considerazione nelle conclusioni. Lo riprova ad esempio l’atteggiamento sui migranti, rimasto esclusiva come problema, del nostro paese.
Sia chiaro: di concreto da questo punto di vista questo Consiglio non ha portato nulla. Non ha portato soldi al nostro Paese per gestire recuperi ed arrivi, non ha portato a decisioni concrete da parte degli altri paesi (per primi quelli la cui bandiera batte sulle navi delle Ong in giro per il Mediterraneo. Azioni di questo tipo non si concertano in due giorni; servono settimane, se non mesi. E, soprattutto arrivano nel momento in cui dietro ci sia una presa di coscienza. E da questo punto di vista il cambiamento è palpabile.
Prima, quando parlavamo di migranti e dei problemi legati a questo, venivamo ignorati; oggi le cose stanno in maniera differente: «Sulla materia migratoria – ha detto Giorgia Meloni – c’è stato “un cambio di passo impresso nello scorso Consiglio ma adesso la migrazione rimane una priorità degli obiettivi dell’Ue”, ha aggiunto, con una “verifica dell’implementazione dei risultati nel prossimo Consiglio europeo. Questo dimostra che non si trattava di uno spot e di un’iniziativa singola. Lavoriamo alla concretezza dei risultati che mi sembrano buoni e dimostrano la buona fede nell’affrontare questa materia per cui l’Italia può dirsi “soddisfatta”, ha concluso il premier.
Ma è soprattutto il bilaterale con Emmanuel Macron in vero «plus» di questa due giorni europea del nostro Presidente del Consiglio. Dopo le tensioni del passato Italia e Francia sono tornate a parlarsi. «Con Giorgia Meloni abbiamo avuto una discussione molto buona che ci ha permesso di chiarire molti argomenti e di definire le questione sulle quali possiamo agire insieme» ha commentato Macron che visto anche quello che in contemporanea succedeva per le strade di Parigi e di altre città della Francia non ha forse la forza e la volontà di isolarsi e soprattutto isolare.
Per il resto è evidente che la cronaca, leggasi l’ennesima difficoltà di una grossa banca (dopo Credit Suisse oggi è stata una giornataccia per Deutsche Bank che ha trascinato al ribasso tutti i listini europei), ha distolto l’attenzione dai temi previsti in agenda. Le rassicurazioni dei vari capi di governo sulla solidità del sistema bancario e finanziario europeo sono state decise e ripetute da tutti. La sensazione è che dietro un evidente fondo di verità, ci sia anche una buona dose di paura: dopo il Covid e la guerra in Ucraina ci mancava solo il mese nero delle banche.