Settant’anni di ‘Al Filò’, Vancini spiegava l’arte ferrarese

(ANSA) – FERRARA, 01 APR – È disponibile su YouTube l’unica
pellicola dedicata all’arte ferrarese del Novecento: porta la
firma del regista Florestano Vancini, è stata realizzata nel
1953 e trasmessa dalla Rai negli anni Sessanta. Sono passati 70
anni dalle riprese de ‘Al Filò’, dal nome dialettale del celebre
circolo artistico attivo a Ferrara dal 1950 al 1953 basato sul
sodalizio di artisti, intellettuali e politici. Il ‘cenacolo’
degli artisti (locali e non solo) aveva sede all’osteria Croce
Verde di Pellegrino e all’ingresso un grande “caleidoscopio di
dipinti”, come li definiva Vancini, “ci ricorda che un giorno
l’osteria fu invasa dai pittori sulle pareti, che ne assaltarono
i muri con i pennelli e si proposero di farne il loro cenacolo”.
    Il film ne racconta ormai al passato la parabola, quando
l’osteria degli artisti era giunta al finire dei suoi giorni.
    “Ricorre quest’anno – spiega l’assessore alla cultura Marco
Gulinelli – l’anniversario di un’opera documentale assoluta
sulla città, sulla sua arte moderna, sulla sua storia, su
un’epoca. Un’opera che è espressione del genio di Vancini e che
testimonia la straordinaria vivacità artistica nella Ferrara di
quegli anni”.
    La pellicola – nata a colori ma trasmessa secondo i canoni in
bianco e nero della tv dell’epoca – racconta l’opera e la vita
di autori “uniti nella fedeltà a una tradizione e dall’amore per
la loro città e la loro terra”, tra cui il pittore Marcello
Tassini, lo scultore Ulderico Fabbri, l’incisore Nemesio
Orsatti. Viene raccontata anche l’attività dei giovani della
scuola d’arte Dosso Dossi, con il docente Danilo Farinella,
celebre per le sue decorazioni. Le immagini testimoniano anche
uno spaccato storico della Ferrara del tempo: “Tutto attorno” al
Filò “le piazzette e le viuzze sono cortili senza confine, caldi
di vita, dove l’anima ariosa e bonaria della città offre sottili
suggestioni e invita al cordiale conversare sulle strade,
salotto di tutti”. “Al filò” fu prodotto come opera prima della
Phoebus Film. (ANSA).
   

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