Albert Serra, un giorno si andrà al cinema per soffrire

“Un giorno si andrà al cinema per soffrire, per vedere qualcosa di diverso e che va aldilà della semplice comprensione dei dialoghi e delle storie. Mentre a casa sul piccolo schermo ti alzi dal divano e vai a prenderti qualcosa nel frigorifero e poi torni a rivedere le scene che hai perso. Il cinema, non è cosi, è una cosa fisica che ti avvolge, può essere una tortura”. Questa la provocazione di un regista raffinato, e appunto provocatore, come il catalano Albert Serra oggi a Roma ai Rendez-vous – Nuovo Cinema Francese 2023 dove ha presentato PACIFICTION – TOURMENT SUR LES ×LES, già in concorso al 75/mo Festival di Cannes e in sala dall’11 maggio con Movie Inspired.
    Questa la storia. Su un’isola di Tahiti, nella Polinesia francese, De Roller (Benoit Magimel), l’Haut-Commissaire rappresentante dello stato francese e uomo raffinato e dalle maniere perfette, capace di navigare tra i più alti livelli della politica come nello strato più basso dei suoi concittadini.
    Sua mission, quella di monitorare il polso di una popolazione locale in cui la rabbia può emergere in qualsiasi momento. La cosa che teme di più è la ripresa dei test nucleari francesi ad opera di un sottomarino fantasma.
    Tra i personaggi di questo film molto lungo (167 minuti) , plumbeo e pieno di umidità, una scrittrice dal fascino magnetico, Heitea, che torna sull’isola dopo aver avuto un grande successo nella Francia continentale con il suo primo romanzo. Tornata a casa, viene accolta dall’ambasciatore che, una volta capita la sua crisi creativa, le offre un sotto lavoro, quello di traduttrice simultanea.
    Inevitabilmente una strana attrazione amorosa nasce tra i due personaggi che più diversi non potrebbero essere.
    “Volevo parlare del mondo contemporaneo, ma in un’atmosfera più esotica, al di fuori del solito contesto urbano e borghese – dice il regista catalano (LA MORT DE LOUIS XIV, LIBERTÈ) -.
    Molte delle contraddizioni del mondo di oggi diventano più evidenti in luoghi come Tahiti perché sono società in cui il ‘nuovo’ arriva rapidamente e che la modernità contrasta con il vecchio che sopravvive ancora. I valori morali attuali – conclude il regista, tra l’altro, studioso di filologia ispanica, teoria della letteratura e storia dell’arte – sono in conflitto con quelli già stabiliti”.
    Nel cast del film che ha vinto in Francia due Cesar anche: Sergi López, Lluís Serrat, Montse Triola e Baptiste Pinteaux.

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