lunedì, 25 Novembre 2024
Il Green Pass in Italia: bar, ristoranti, stadi, treni, aerei. Le regole
Ancora pochi giorni ed il Governo approverà il decreto che introdurrà anche in Italia l’obbligo del Green Pass per poter accedere ad alcuni tipi di locali, come bar e ristoranti (al chiuso) o per poter salire su alcuni mezzi di trasporto pubblici (treni ed aerei su tutti).
Un decreto molto atteso che segue quanto già introdotto da Emmanuel Macron in Francia non senza polemiche alcuni giorni fa. Polemiche che hanno diviso anche l’ampia maggioranza di Governo con la Lega piuttosto contraria ed il Pd favorevole ad un uso massiccio ed ampio.
Il decreto conterrà anche i nuovi parametri per l’entrata nelle fasce colorate di rischio epidemiologico, in cui oltre all’incidenza di casi, conterranno anche i numeri dei ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ospedalieri. E possibile inoltre che stato d’emergenza venga prolungato fino al 31 dicembre
I tempi
Tra lunedì e martedì si dovrebbe riunire la cabina di regia tecnica a Palazzo Chigi ed entro questa settimana la norma dovrebbe essere pronta per passare al vaglio del Parlamento che deciderà o meno se approvare un pacchetto che dovrebbe servire, in linea teorica, a contenere un’eventuale nuova onda pandemica dovuta dalla variante delta evitando chiusure prolungate degli esercizi commerciali. Il green pass permetterebbe ai cittadini vaccinati di andare avanti con la propria vita normale spingendo, contemporaneamente, i non vaccinati a scegliere, in estrema sintesi, se restare tagliati fuori dalla società o
Cos’è e quando serve
Il “Green pass”, “COVID-19 – EU digital COVID certificate” “certificato verde” o “passaporto vaccinale” che dir si voglia è lo strumento che l’UE si è data per facilitare gli spostamenti tra paesi membri in epoca di pandemia.
Diventato operativo dal primo luglio il lasciapassare può essere esibito già ora per partecipare a eventi pubblici e a cerimonie, concerti o partite di calcio; per accedere alle strutture sanitarie assistenziali (RSA) e per gli spostamenti sul territorio nazionale tra regioni di colori diversi.
Quando lo si può richiedere
Sono tre le condizioni che danno diritto all’ottenimento del certificato: essere guariti dal Covid da più di tre mesi, ma da meno di sei; essere in possesso di un test diagnostico negativo oppure – caso più frequente – essersi vaccinati.
Il green pass ha una validità di sei mesi e può essere rilasciato in formato cartaceo o digitale. Al momento è possibile ottenere il Green pass anche con una sola dose di vaccino: in questo caso il lasciapassare è valido dal 15esimo giorno dalla prima e fino alla seconda somministrazione, ma non è valido per uscire dai confini nazionali.
Ci sono diversi modi per richiederlo e ottenerlo a partire dal sito dedicato dgc.gov.it. Si può inoltre entrarne in possesso tramite fascicolo sanitario elettronico oppure attraverso l’app Immuni o e l’app IO. È anche possibile rivolgersi al numero di pubblica utilità del ministero della Salute (1500), al call center di Immuni (800.91.24.921) e all’assistenza di PagoPa per le segnalazioni che arrivano dall’app IO.
Si tratta di certificazioni che vengono rilasciate in ambito regionale, valide sul territorio nazionale e negli Stati membri dell’Unione europea. Il documento contiene un QR code per verificarne digitalmente l’autenticità e la validità.
Chi può verificarlo
Seguendo le indicazioni del Garante della privacy la lettura del codice Qr può esser effettuata da diverse categorie di persone a seconda del contesto come spiega Altroconsumo: “pubblici ufficiali nell’esercizio delle proprie funzioni, il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi; i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso del certificato verde nonché i loro delegati; il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso del green pass nonché i loro delegati e i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per l’accesso alle quali, in qualità di visitatori, sia prescritto il possesso della certificazione verde (nonché i loro delegati). Nel momento della verifica il titolare del Green pass deve esibire il documento di identità, qualora venga richiesto da chi effettua la verifica”.
Ad accendere il dibattito politico, però, è l’utilizzo del passaporto vaccinale, la sua eventuale obbligatorietà e la sua stretta connessione tra quest’ultima e la libertà d’accesso dei cittadini ai servizi.
Il “modello francese”
La Francia, infatti, per incentivare i cittadini a vaccinarsi ha deciso di seguire una linea piuttosto aggressiva e ha imposto l’obbligo del green pass, oltre che per viaggiare su territorio nazionale e all’estero, anche per partecipare a cerimonie ed eventi, per andare ai concerti, per visitare gli anziani ospiti di case di riposo o di cura, per entrare nei musei, ai concerti, nei centri commerciali, sui mezzi pubblici ma anche nei bar e nei ristoranti; in pratica in qualsiasi luogo si possa venire a contatto con il prossimo.
Una strategia politica dall’effetto immediato che, oltre alle manifestazioni di piazza dei no vax e alle proteste di chi si vede leso nei suoi diritti, ha determinato un boom di prenotazioni per vaccini in pochi giorni da parte di due milioni di francesi che non vogliono restare tagliati fuori dalla società.
Cosa succede in Italia
Alle nostre latitudini è in corso un dibattito politico piuttosto serrato con PD favorevole alla linea dura alla francese e Lega e Fratelli d’Italia che invece ritengono non ci siano i numeri e gli estremi per rendere obbligatorio il green pass (e di conseguenza in maniera quasi implicita, il vaccino).
Al momento il passaporto Covid facilita i viaggi (sia in Italia tra regioni di colori diversi sia in Europa), si utilizza per partecipare a cerimonie e matrimoni ed è utile per visitare gli ospiti delle RSA, ma non è obbligatorio.
Le ipotesi
Presto, però, le cose potrebbero cambiare. Se il modello alla francese sembra troppo rigido alla politica italiana, l’idea dell’Eliseo, concettualmente, comunque piace. Lo scenario nostrano potrebbe presentare sfumature meno radicali dei cugini d’oltralpe, ma in ogni caso rigide.
Il Governo, infatti, sta valutando l’idea di rendere obbligatorio il lasciapassare sui mezzi pubblici a lunga percorrenza (treni, navi o aerei) o per entrare allo stadio durante partite di calcio e concerti. Potrebbe essere utile nelle case di riposo, ma anche per le cerimonie, le fiere o le manifestazioni politiche.
Più lontana l’ipotesi di permettere l’ingresso in bar e ristoranti solo ai vaccinati.
I dubbi per bar e ristoranti
Questo per evitare di dare il colpo di grazia al settore dell’ospitalità che a fatica sta cercando di risalire la china. L’obbligo di vaccino per prendere caffè o cappuccino o per uno spritz tra amici svuoterebbe (ancora di più) i bar e metterebbe in seria difficoltà gli esercenti e i ristoratoti che si troverebbero costretti ad adeguare strutture e personale alle nuove regole, specie ora, nel bel mezzo della stagione turistica.
Le sanzioni per chi trasgredisce
Cinque giorni di chiusura per i gestori di bar e ristoranti e 400 euro per i clienti sprovvisti di certificazione verde, ridotti a 260 se la contravvenzione viene pagata entro il quinto giorno. Il Governo sta studiando le misure per multare chi non sarà in possesso di green pass una volta che il nuovo decreto Covid sancirà regole e ambiti di applicazione del cosiddetto passaporto vaccinale.
Quanto vale il green pass a tavola
Due italiani su tre (il 66% della popolazione) – secondo i dati che arrivano da Coldiretti – si troverebbero convolti nel “green pass a tavola” in quanto avventori di bar, ristoranti e pub.
In Italia i 360.000 bar, ristoranti e agriturismo danno da mangiare a 7.000.000 di persone e da quando il nostro Paese è uscito dal lockdown e ha iniziato a rialzare la saracinesca della vita pubblica questo settore commerciale forse è stato quello che maggiormente ha dovuto rispettare (pena severe multe) tutte le misure di controllo sanitario previste dalla legge. Imporre anche il passaporto vaccinale, visto il numero di contagi, sembra infierire su chi ha già pagato a caro prezzo le conseguenze della pandemia.
L’altra faccia della medaglia, però, è che sono sempre gli addetti a turismo e servizi coloro che, in questa fase, stanno traendo vantaggi dalla piena operatività del passaporto Covid.
Ancora Coldiretti, infatti, osserva che l’entrata in vigore del pass determinerà un aumento del 32% dei turisti in arrivo in Italia per un totale di 28.000 viaggiatori che valgono lo 0,7% del Pil nazionale che spenderanno un terzo del budget di ferie in cibo e bevande.