Claire Simon, Quadri e Prosatore al Carbonia Film Festival

(ANSA) – CAGLIARI, 20 APR – Sguardi d’autore e d’autrice per
raccontare, attraverso i linguaggi del cinema, il nostro tempo,
la contemporaneità nel mondo. Col filo conduttore Territorio e
generazioni che affianca quelli portanti Lavoro e migrazioni,
dal 4 al 7 maggio, Carbonia Film Festival – How to Film the
World riaccende i riflettori sulla settima arte. Ospite di punta
Claire Simon, regista inglese di documentari e fiction, che
aprirà il Festival il 4 maggio con il suo Il figlio del
droghiere, il sindaco, il paese e il mondo. “Film che fa
riflettere su quanto la spinta idealistica e la progettazione
culturale possano scontrarsi con la realtà di un mondo complesso
e di difficile lettura”, sottolinea Francesco Giai Via,
direttore artistico che ha presentato il festival assieme a
Paolo Serra direttore di Csc Carbonia della Società Umanitaria,
l’operatore culturale Andrea Contu e Nevina Satta, direttrice di
Sardegna Film Commission.
    Un fitto programma tra proiezioni, incontri, masterclass,
musica, mostre, fotografia, un trekking sul Cammino di Santa
Barbara e, centralissima, la formazione per otto ragazze e
ragazzi da tutta Italia e le scuole del territorio. Tra gli
ospiti un maestro del cinema italiano contemporaneo, il
montatore e regista Jacopo Quadri che presenta il suo Ultimina,
ritratto della 86enne Ultima Capecchi, nello scenario della
campagna maremmana. Poi ancora Paolo Pisanu con Tutti i cani
muoiono soli, Nicola Prosatore con l’opera prima Piano Piano,
sullo sfondo della Napoli degli anni Ottanta “e che vede tra i
protagonisti giovani attori oggi sulla ribalta grazie ad alcune
interpretazioni nella serie Mare fuori, aggiunge Giai Via.
    “Festival di Cinema e Territorio” è il tema della masterclass
di Francesco Giai Via sullo sviluppo creativo di un evento
cinematografico in rapporto con il suo contesto. “Ci siamo
lasciati lo scorso anno con la riflessione sulla guerra. A un
anno di distanza nulla è cambiato. La 5/a edizione vuole però
ora volgere lo sguardo dal globale al locale e ricollegarsi al
territorio e in particolare alle nuove generazioni”, spiega
all’ANSA Paolo Serra. (ANSA).
   

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