giovedì, 28 Novembre 2024
Takagi & Ketra: i «re Mida» della musica italiana tornano per un’altra estate
È difficile parlare di loro senza usare termini come «fenomeno» e «record», ma in fondo è quello che Takagi & Ketra (nome d’arte di Alessandro Merli e Fabio Clemente) sanno fare meglio, creare canzoni che rimangono in testa. E in cima alle classifiche. Forti di oltre un miliardo di stream totali (hanno quasi tre milioni di ascoltatori mensili solo su Spotify) e innumerevoli successi tra cui 130 dischi di Platino e un disco di Diamante, il duo di produttori ha scelto di collaborare ancora una volta – la terza per la precisione – con Giusy Ferreri per quella che da molti è già stata definita «la hit dell’estate».
Shimmy Shimmy è un cocktail travolgente di sonorità mediorientali che ci vuole accompagnare lungo questa estate di ripartenza. «Il nostro giro del mondo musicale quest’anno si arricchisce con molti suoni da quelli della darabouka, strumento a percussione usato in Nord Africa, Medioriente e Asia, al caratteristico sitar indiano» raccontano Takagi & Ketra dal loro studio a Milano. «Con Shimmy Shimmy abbiamo voluto trasmettere energia positiva, quella di cui abbiamo bisogno ora che d’improvviso tutto sembra poter ricominciare a vivere. Come tutti sentiamo il bisogno di ripartire, tornare alla normalità e con il nuovo singolo abbiamo cercato di trasmettere questo desiderio».
In molti li chiamano i «re Mida della musica» ma Takagi & Ketra preferiscono definirsi «artigiani» quando entrano nello studio e iniziano a creare. «La cosa che forse ci è mancata di più in questo anno e mezzo di pandemia è stata la possibilità di viaggiare e trarre ispirazione da luoghi nuovi e persone diverse. La prima cosa che faremo non appena sarà possibile sarà andare a Miami dove abbiamo già tanti in cantiere diversi progetti che abbiamo dovuto mettere in pausa a causa della pandemia». La ricerca di sonorità sempre nuove è fondamentale per il lavoro dei due produttori che si dicono sempre alla ricerca di un nuovo sound originale che li differenzi da quello che c’è sul mercato.
(Edward Scheller)
Se Takagi & Ketra sono principalmente conosciuti per i loro pezzi estivi, sono però i primi a raccontare che il loro lavoro non finisce mai. «Abbiamo lavorato a tante canzoni, ma magari il pubblico neanche lo sa. Non siamo troppo interessati all’apparire, lo dimostra il numero di followers sui nostri profili social (entrambi non superano i 100.000 followers, ndr). Per noi al centro c’è sempre la musica».
«Nelle nostre canzoni trasmettiamo emozioni positive. La pandemia ci ha spronato a infondere ancora più ottimismo e speranza nel nostro lavoro». Per loro, insomma, la musica non si è mai fermata, anzi, durante questo anno «ha prodotto delle cose meravigliose». Impossibile non nominare i Maneskin che con le loro vittorie prima a Sanremo e poi all’Eurovision Song Contest hanno portato il loro rock in tutto il mondo.
«Ammiriamo molto il lavoro che stanno facendo e siamo felici che la musica italiana sia conosciuta anche fuori dal nostro Paese». Un successo che allo stesso tempo apre a un discorso più ampio sulla percezione della musica in Italia. «Ci sembra che specialmente il pop venga svilito nel nostro Paese. Solo perché qualcosa piace a tante persone diverse, è divertente e fa ballare, non significa che è non abbia valore. Il pop oggi è un valore, ma ancora non lo hanno capito».
Viene naturale menzionare il virtuale disinteresse della politica per l’intrattenimento, specialmente paragonato a un paese che con la musica e la recitazione si sta facendo conoscere in tutto il mondo: la Corea del Sud. «Quello che stanno facendo in Corea con i loro artisti – primi tra tutti i BTS – è incredibile e dovrebbe essere un esempio anche per il nostro Paese. La musica è un linguaggio universale e in Italia ci sono tanti talenti che meriterebbero maggiore attenzione. Noi crediamo sempre molto nel fare team, e nel nostro lavoro ci piace intraprendere sempre nuove sfide».
Ma quando si chiede con chi vorrebbero fare una canzone Takagi & Ketra la risposta è sempre la stessa, Vasco Rossi. «Ce l’hanno chiesto talmente tante volte che ormai la nostra risposta è scontata. Vasco si chiederà chi sono questi due che continuano a menzionarlo, ma per noi lavorare insieme a lui sarebbe davvero un sogno».