Twitter, editori musicali citano Musk per il copyright

(ANSA) – MILANO, 15 GIU – Un gruppo di 17 editori musicali ha
citato in giudizio Twitter, accusando la società di aver
permesso agli utenti di pubblicare post con musica, violando il
diritto d’autore di almeno 1.700 brani. La richiesta, formale,
presentata presso il tribunale distrettuale di Nashville, negli
Stati Uniti, chiede danni fino a 250 milioni di dollari. Le
canzoni coinvolte appartengono, tra gli altri, a Taylor Swift,
Beyoncé, The Weeknd, Ed Sheeran, i Rolling Stones, Lady Gaga,
Miranda Lambert e Rihanna. I membri della National Music
Publishers Association, tra cui Sony Music Publishing, Bmg
Rights Management e Universal Music Publishing Group, affermano
che la violazione è peggiorata da quando Elon Musk ha acquistato
Twitter, lo scorso ottobre, visto il numero ridotto di addetti a
cui poter far riferimento, in caso di problematiche. Per
l’accusa, altre piattaforme importanti come TikTok, Facebook e
YouTube hanno fatto un passo nella direzione più idonea,
corrispondendo agli editori la musica presa in licenza. A
maggio, Facebook e Instagram avevano riportato le canzoni tra i
post dei due social in Italia, dopo una riapertura del dialogo
con la Siae, la società italiana che protegge il diritto
d’autore, che era riuscita a far eliminare dalla lista dei brani
quelli licenziati, per l’assenza del rinnovo con il colosso
americano. Il presidente della National Music Publishers
Association, David Israelite, ha dichiarato che Twitter “è la
più grande piattaforma di social media che ha completamente
rifiutato di concedere in licenza milioni di canzoni sul suo
servizio”. Per Israelite, Twitter “ignora regolarmente le
ripetute violazioni”. Gli editori hanno affermato che il social
incoraggia la pubblicazione di post con musica, aumentando il
coinvolgimento e le entrate pubblicitarie, un vantaggio sleale
rispetto alle piattaforme che pagano per le licenze. “Twitter
sostiene di rimuovere i contenuti in risposta a reclami validi,
quasi sempre entro ore dalle segnalazioni iniziali, se non in
pochi minuti – si legge nella causa – in realtà ignora
abitualmente i trasgressori recidivi e le violazioni,
rifiutandosi di adottare le misure di cui dispone per fermare
questi specifici casi di cui è a conoscenza”. (ANSA).
   

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