Rebecca Ferguson, da Mission Impossible a Dune

(ANSA) – ROMA, 18 GIU – Un percorso nel quale alterna con
naturalezza il cinema di genere e i grandi autori (spesso
unendoli, come in Dune), e nel quale continua a conquistare il
pubblico sia per la sua intensità e versatilità come attrice sia per il coraggio di mettersi in gioco anche in scene action
complesse e ‘fisiche’. Sono gli ingredienti che stanno rendendo
una star Rebecca Ferguson, l’attrice svedese, classe 1983, sui
set da quando aveva 13 anni, protagonista in questa stagione sul
grande e piccolo schermo. Dal ritorno, per la terza volta a
fianco di Tom Cruise nella saga di Mission Impossible, con il
settimo capitolo, Mission Impossible – Dead Reckoning part 1
di Christopher McQuarrie (In uscita il 12 luglio), per il quale
siamo alla vigilia della premiere mondiale a Roma con tutto il
cast, al riprendere il personaggio, di lady Jessica, in Dune –
Parte due di Denis Villeneuve, al debutto a novembre. Senza
dimenticare la straordinaria performance nella parte
dell’ingegnere/sceriffo Juliette Nichols, nella serie
fantascientifica disopica Silo, che si sta concludendo su Apple
Tv+.
    Tutte donne indipendenti, coraggiose e forti anche se
Rebecca Ferguson si ribella allo stereotipo: “non mi identifico
come forte – ha spiegato in un’intervista a Uproxx -. Dico
quello che penso, ascolto, imparo e voglio che i miei personaggi
facciano lo stesso”.
    La scalata a Hollywood di Rebecca Ferguson è iniziata dopo il
ruolo rivelazione nella miniserie britannica The White Queen
(2013), che ha portato all’attrice una nomination ai Golden
Globe. Poi è arrivata la parte di Ilsa Faust, agente dell’MI6
sotto copertura in Mission: Impossible – Rogue Nation (2015),
con un ritorno nel personaggio, alle prese con le più diverse
sfide, in Mission: Impossible – Fallout (2018), e ora in Dead
Reckoning Part 1. Una presenza rinnovata per l’immediata
sintonia trovata sul set da Cruise con l’attrice, che da
adolescente, aveva una cotta cinematografica proprio per il
divo: “Tom dice sempre che fa i film per il pubblico – ha
spiegato a The Guardian -. Io spero gli spettatori si divertano
ma io lo faccio per me stessa, per il viaggio, e per fare
qualcosa che mi piacerebbe vedere”. (ANSA).
   

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