Tokyo: Lambruschini 25 anni dopo, ‘grandi Jacobs e Tamberi’

(ANSA) – MODENA, 02 AGO – “Gli ori di Tamberi e Jacobs? Hanno
scritto una pagina di storia che cambierà l’atletica italiana.
    Vittorie così danno credibilità, danno modo di crederci di più
per ottenere grandi risultati”. Lo chiamavano il ‘keniano
bianco’ di Fucecchio, nel 1996 ad Atlanta, il 2 agosto di 25
anni fa, conquistò la medaglia di bronzo nei 3000 siepi; oggi
Alessandro Lambruschini, classe ’65, è in servizio nella
questura di Modena e racconta la sua impresa alle olimpiadi
statunitensi: “Ricordo quasi tutto di quel giorno, dalla mattina
appena sveglio – le parole di Lambruschini – alla colazione e
alla preparazione. Il pulmino che mi ha accompagnato allo stadio
per il riscaldamento e tutti gli attimi prima dell’inizio della
finale. Grandi emozioni. Conquistare una medaglia significa
entrare nella storia. Io ero alla mia terza olimpiade, chiusi
quarto sia a Seul sia a Barcellona, quindi ad Atlanta dovevo
fare qualcosa di importante”.
    “Mi chiamavano il keniano bianco perché ero l’unico che
riusciva a stare dietro a quegli atleti fortissimi. Ricordo
ancora – aggiunge Lambruschini – che prima della partenza su un
display fecero vedere le ultime due olimpiadi e quindi anche i
miei quarti posti. Mi era venuta un po’ di ansia da prestazione
per questo, ma ero anche molto concentrato e in forma”. L’ex
siepista si è poi soffermato su che cosa significhi per un
atleta cambiare vita dopo le competizioni: “Ho vissuto sempre in
giro per il mondo a contatto di realtà e culture diverse, quando
questo viene a mancare soffri, fare qualcosa di diverso è
difficile ma necessario”, conclude Lambruschini. (ANSA).
   

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