L’addio (tardivo) del Dottore che ha cambiato la MotoGp

Valentino Rossi si ritira. Finalmente, è purtroppo la prima cosa da dire. Il Dottore infatti come molti altri campioni dello sport ha clamorosamente bucato l’addio, rinviandolo di almeno un paio di stagioni in cui ha costretto i suoi fan a vederlo lottare per una decima posizione (quando andava bene).

Lui ha motivato questa agonia dicendo che si divertiva. Sarà, ma noi ci crediamo poco. Un vincente come lui è nato per la lotta e per la gloria, non per l’anonimato e l’indifferenza.

Detto questo quanto fatto nella sua carriera ha dell’incredibile. E non solo per i titoli, le vittorie, i recuperi clamorosi. Nemmeno per aver vinto non solo con la moto più forte delle altre ma anche con quella, la Yamaha, che non vinceva da un decennio e che lui ha riportato sulla vetta del mondo fin dal primo giro, da quella indimenticabile vittoria in Argentina con bacio all carena e successivo pianto a bordo pista.

La vera vittoria di Valentino Rossi è di aver fatto innamorare non solo l’Italia ma mezzo mondo. Solo lui ancora oggi riempiva le tribune in tutte i continenti. Solo lui…

È per questo che non ci interessa rispondere alla domanda se sia stato il più grande di sempre, non conta. Perché nessuno come lui è riuscito a cambiare questo sport facendolo diventare molto più di una gara di moto.

Ed ora, per onestà verso lui è tutto quello che ha fatto, sarebbe bello che gli si chiede se scusa per quell’alleanza, quel giochino lecito dal punto di vista del regolamento ma del tutto anti sportivo tra gli spagnoli Marquez e Lorenzo costato al Dottore il titolo 2015, il decimo. La stella che gli manca ma che merita come nessun altro.

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