Brotherhood, Tre fratelli fra padre padrone e libertà

(ANSA) – ROMA, 09 AGO – Tre fratelli in una famiglia di
pastori, nella campagna bosniaca, Uzeir, circa 10 anni, Usama,
12, e Jabir, appena maggiorenne, costretti a crescere molto in
fretta quando l’unico genitore che gli è rimasto, il padre
Ibrahim, predicatore islamico radicale, viene condannato a 23
mesi di prigione, per terrorismo: era andato in Siria, a quanto
sostiene, non per combattere con i jihadisti “ma per vedere come
andassero le cose”. E’ la coinvolgente storia vera di ricerca
della propria identità, raccontata da Brotherhood, il
documentario di Francesco Montagner che debutta al Locarno Film
Festival in Cineasti del presente.
    Il cineasta, veneto, classe 1989, vincitore nel 2014 con
Animata resistenza del premio per il miglior documentario nella
sezione Venezia Classici, alla Mostra del Cinema, ha deciso di
raccontare la vicenda dopo aver visto un servizio televisivo di
Pablo Trincia. “Era una storia di radicalizzazione e veniva
intervistato anche il padre dei ragazzi – spiega all’ANSA
Montagner -. Mi hanno colpito soprattutto loro, perché avevano
idoli e aspirazioni molto diversi dai miei alla loro età ma allo
stesso tempo li sentivo vicini. Ho deciso subito di volerli
andare a conoscere e tra noi, col tempo, si è creato un rapporto
di grande fiducia”. Brotherhood, coproduzione Repubblica Ceca –
Italia (Nutprodukce e Nefertiti Film con Rai Cinema) “per me è
anche una storia di mascolinità. Quando cresci in campagna, hai
molta voglia di fare esperienza ma non ne hai sempre la
possibilità e quindi cresci meno. E’ quello che è successo anche
a me che vengo dalla campagna veneta. Fino a 18 anni ero un po’
un grande bambino”. Montagner era attirato anche dal “cercare di
capire, perché a delle persone bosniache potesse interessare la
jihad”. Ma temi “come il radicalismo e il terrorismo li ho
lasciati sullo sfondo”. Il documentario “è diventato un romanzo
di formazione sul delicato passaggio dall’adolescenza all’età
adulta. Un momento in cui fare anche scelte molto difficili,
come dover andare contro la volontà dei genitori per costruirsi
la propria identità”. (ANSA).
   

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