Il pendolo di Giacarta tra Washington e Pechino

L’Indonesia e gli Stati Uniti hanno avviato pochi giorni fa un “dialogo strategico”. Un dialogo, nel cui ambito i due Paesi si sono impegnati a una più stretta collaborazione su varie questioni: dal cambiamento climatico alla pandemia, passando per lo spinoso dossier del Mar Cinese Meridionale. L’annuncio è stato dato lo scorso 3 agosto, in occasione della visita del ministro degli Esteri indonesiano Retno Marsudi a Washington: visita in cui ha avuto modo di incontrare il segretario di Stato americano Tony Blinken. “L’Indonesia”, ha dichiarato quest’ultimo, “è un forte partner democratico per gli Stati Uniti; stiamo lavorando insieme su così tanti fronti diversi”. La Marsudi ha dal canto suo affermato: “La mia speranza, e quella del governo indonesiano, è quella di far progredire le relazioni bilaterali con gli Stati Uniti”.

Come sottolineato da The Diplomat, non è la prima volta che viene annunciata una partnership strategica tra i due Paesi: era infatti già avvenuto nel 2015, anche se poi il progetto era stato di fatto accantonato dall’amministrazione di Donald Trump. E’ abbastanza chiaro che Joe Biden voglia oggi rafforzare i legami con l’Indonesia per incrementare l’influenza politica americana sull’Asean: un’influenza da intendersi in funzione prevalentemente anticinese. Washington ha quindi innanzitutto puntato sulla diplomazia sanitaria, mentre – in secondo luogo – l’attenzione è andata – come abbiamo visto – al Mar Cinese Meridionale.

Tra l’altro, la visita della Marsudi a Washington è avvenuta proprio mentre si stavano tenendo esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Indonesia: esercitazioni a cui ha preso parte un totale di 4.500 soldati. Tutto questo, mentre – a giugno scorso – i due Paesi hanno avviato la costruzione di un centro d’addestramento marittimo da 3,5 milioni di dollari sull’isola di Batam. “Come amici e partner dell’Indonesia, gli Stati Uniti rimangono impegnati a sostenere il ruolo guida dell’Indonesia nel promuovere la pace e la sicurezza regionali combattendo i crimini nazionali e transnazionali”, dichiarò in quell’occasione l’ambasciatore statunitense, Sung Kim. Infine, non bisogna neppure dimenticare che – nel 2020 – l’Indonesia abbia ricevuto dal Dipartimento di Stato americano 39 milioni di dollari in assistenza militare e sicurezza.

Gli sforzi statunitensi volti a rinsaldare i legami con Giacarta sono quindi evidenti. Non va tuttavia trascurato che l’Indonesia intrattenga, dal canto suo, relazioni piuttosto strette anche con la Cina. Come sottolineato sempre da The Diplomat, Pechino risulta infatti il primo partner commerciale del Paese e, l’anno scorso, è stato il suo secondo principale investitore. Una relazione – quella tra Giacarta e la Repubblica popolare – che non si arresta tra l’altro al lato economico. A maggio scorso, i due Paesi hanno infatti tenuto delle esercitazioni militari congiunte. Non solo: le province dei due Stati hanno avviato – negli ultimi anni – una serie di partnership in vari settori (dal turismo all’agricoltura, passando per il settore manifatturiero e per gli investimenti di natura infrastrutturale). Infine, ad aprile, il presidente cinese Xi Jinping ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo indonesiano Joko Widodo, in cui ha auspicato un maggiore allineamento di Giacarta alla Belt and Road Initiative.

La situazione è quindi piuttosto delicata per l’Indonesia, che si ritrova in sostanza a condurre in questa fase una politica del pendolo tra Washington e Pechino. Una politica che nel breve termine può magari anche rivelarsi fruttuosa, ma che potrebbe diventare significativamente rischiosa con il passare del tempo. Le relazioni tra Stati Uniti e Cina non accennano infatti per ora a migliorare e – qualora le tensioni tra i due giganti dovessero aumentare ulteriormente – l’Indonesia si ritroverebbe presa nel mezzo e costretta di conseguenza a una difficile scelta di campo.

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