lunedì, 25 Novembre 2024
Black Widow: Disney chiede l’arbitrato e rivela gli incassi del film
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La Disney ha presentato una mozione per spostare la causa intentata da Scarlett Johansson in un arbitrato privato, nel quale verrà discusso il compenso dell’attrice per Black Widow.
Il 29 luglio l’avvocato della Johansson, John Berlinski ha intentato una causa contro la Disney, la società madre e non i Marvel Studios, sostenendo che la Disney ha interferito con il contratto della filiale con Johansson al fine di aumentare gli abbonati di Disney+. Ha aggiunto che la decisione di distribuire simultaneamente Black Widow nei cinema e su Disney+ ha cannibalizzato le entrate al botteghino del film.
Il contratto della Johansson risale al 2017, due anni prima del debutto di Disney+, quindi i suoi termini non contemplano un’uscita in streaming. Gli avvocati della Johansson hanno sostenuto che il consiglio generale della Marvel ha affermato nel 2019 che lo studio avrebbe distribuito il film “come le altre nostre pellicole”.
Dato che il compenso dell’attrice è basato su un anticipo e poi su dei bonus che vengono pagati al raggiungimento di determinati traguardi al box office, si calcola che l’attrice abbia perso in questo modo circa $50 milioni.
La mozione per forzare l’arbitrato
Nella mozione presentata verso la mezzanotte di venerdì sera alla Corte Superiore di Los Angeles, l’avvocato Daniel Petrocelli sostiene anche che la Disney ha rispettato il suo obbligo di dare al film un’uscita “su scala nazionale”. Black Widow è stato distribuito in più di 9.000 schermi negli Stati Uniti, presumibilmente soddisfacendo l’obbligo di proiettare il film su non meno di 1.500 schermi.
Ha aggiunto che nel contratto non era specificato da nessuna parte che l’uscita dovesse essere esclusivamente nei cinema.
Petrocelli sostiene che Black Widow sia andato bene in realtà, considerando la pandemia in corso. Il film ha aperto il 9 luglio e ha incassato $80 milioni nel suo weekend di apertura – ben al di sotto degli standard Marvel pre-pandemia, ma $10 milioni in più di F9 della Universal – che era un’uscita esclusiva nelle sale. Fino al 15 agosto il film ha incassato più di $367 milioni al botteghino mondiale e più di $125 milioni in streaming e download.
La Disney nota anche che ha accettato di aggiungere gli incassi dello streaming al totale del box office ai fini del calcolo della partecipazione della Johansson al backend, nonostante non fosse previsto dal contratto.
Strategie degli avvocati
Berlinski in una dichiarazione a Variety ha detto:
“Dopo aver inizialmente risposto a questa causa con un attacco misogino contro Scarlett Johansson, Disney sta ora, prevedibilmente, cercando di nascondere la sua cattiva condotta in un arbitrato privato.
Perché la Disney ha così paura di discutere questo caso in pubblico? Perché sa che le promesse della Marvel di dare a Black Widow una tipica uscita nelle sale ‘come gli altri suoi film’ avevano tutto a che fare con la garanzia che la Disney non avrebbe cannibalizzato gli incassi al botteghino per aumentare gli abbonamenti a Disney+.
Eppure è esattamente quello che è successo – e non vediamo l’ora di presentare le prove schiaccianti che lo dimostrano”.
La mozione di Petrocelli definisce tutto questo una “strategia”:
“Il linguaggio chiaro ed espansivo dell’accordo di arbitrato comprende facilmente la denuncia di Periwinkle.
In un futile tentativo di eludere questo risultato inevitabile (e generare pubblicità attraverso un deposito pubblico), Periwinkle ha escluso la Marvel come parte di questa causa – sostituendola invece con sua società madre, la Disney in base a teorie di interferenza contrattuale. Ma i principi di lunga data non permettono questi giochetti”.
Le prime ripercussioni
Il caso Stone
Come Scarlett Johansson, anche Emma Stone aveva una battaglia in corso con la Disney in merito al suo compenso per Crudelia anche questo uscito day-and-date al cinema e su Disney+.
Ma la Stone non aveva un caso legale forte come quello della Johansson, che può contare sulla e-mail da uno dei prominenti avvocati della Marvel che riconosce che la compagnia sarebbe tornata da lei se avesse deciso di deviare dal piano per Black Widow, ovvero di un’esclusiva cinematografica.
Secondo le fonti di Matt Belloni, la Stone ha costretto la Disney a riconoscere, per la prima volta, che avrebbe dovuto negoziare un “riacquisto” dei suoi bonus al botteghino per Crudelia, come ha fatto la Warner Bros. per i suoi film del 2021 andati day-and-date su HBO Max.
Alla fine la Stone ha ottenuto un pagamento a otto cifre, indipendentemente dal fatto che Cruella 2 ottenga il via libera. E se il sequel si farà, riceverà un’altra paga a otto cifre. (La Disney ha rifiutato di commentare queste cifre).
Inoltre, come parte della trattativa, la Disney non ha spinto affinché la Stone rinunciasse ad un back-end tradizionale per Cruella 2 in favore a dei bonus a livelli. Alla fine la Stone otterrà il suo compenso anticipato, più una partecipazione back-end tradizionale che include una royalty per ogni vendita a domicilio in streaming. (Crudelia era disponibile con un sovrapprezzo di $30 negli USA).
I progetti della Disney
Ma questa non è la strada che la Disney vuole perseguire. Finora la compagnia aveva mantenuto questa posizione: era sufficiente aggiungere le entrate a pagamento dello streaming agli incassi al box office.
La compagnia sta tentando di replicare al cinema quanto ha fatto in TV con il passaggio al “S.B.E.” – una struttura di compensazione basata sui bonus progettata per sostituire la paga a percentuale.
In questo modo ad evitare i contenziosi di autoregolamentazione, a prevedere meglio a chi sarà dovuto cosa e, soprattutto, ad evitare pagamenti massicci per i successi.
Le agenzie e il nuovo modello
La dichiarazione di Patrick Whitesell presidente esecutivo di Endeavor in merito a questo accordo sono servite a sottolineare che c’è un modo per combattere, senza dover per forza fare causa.
Da mesi Whitesell sta negoziando i riacquisti dei bonus, a partire da Gal Gadot con Wonder Woman 1984, fino a Denzel Washington con Fino all’ultimo respiro, a Hugh Jackman con Frammenti dal passato – Reminiscence e così via.
Le agenzie sembrano aver accettato tre tipologie di distribuzione dei film:
-l’uscita esclusiva nelle sale (ora scesa a 45 giorni o meno);
-il modello Netflix che prevede un acquisto completo e la libertà di fare qualsiasi cosa con il film;
-e questo nuovo modello ibrido dove le uscite day-and-date sono accompagnate da una remunerazione, più una quota sulle entrate che comprende le vendite a casa che sostituiscono la ‘Paga 1’ della finestra televisiva.
Jason Momoa, ad esempio, verrà pagato una fortuna se la Warner deciderà di andare con il day-and-date con Aquaman 2.