La campagna vaccinale corre mentre la politica litiga sull’obbligo

Sui vaccini la politica si mostra più divisa che mai. Due le tematiche all’ordine del giorno: la prima riguarda la terza dose ma per il momento è materia di esperti e del Cts che prenderà una decisione in merito prima dell’inizio dell’autunno. Probabile da questo punto di vista un via libera per alcune categorie di persone particolarmente fragili ed immunodepresse; per gli altri più no che si. Ma per prendere una decisione definitiva si aspettano dati più aggiornati su quanto accade in altri paesi (come Israele) dove la terza dose è già partita.

A tenere invece caldo il clima politico è invece l’obbligatorietà vaccinale.

Il Comitato Nazional di Biosicurezza, Biotecnologie e Scienze della vita della Presidenza del Consiglio (di fatto l’opinione di Palazzo Chigi) ha espresso il proprio «parere favorevole ed auspica un’obbligatorietà vaccinale con specifico riferimento a chi svolge funzioni pubbliche ed attività che pongano il cittadino a stretto contatto con altri cittadini».

Nella maggioranza, settimana dopo settimana, si sta facendo strada l’ipotesi dell’obbligatorietà. Nessuno ha il coraggio di dirlo chiaramente ma la strada per alcuni partiti è quella. Il Pd sarebbe favorevole, come Forza Italia, ma nessuno ha il coraggio di ammetterlo o di proporlo chiaramente. Mariastella Gelmini oggi ha dichiarato che «l’obbligo vaccinale non è un’eresia». Sulla stessa lunghezza d’onda il collega di partito Antonio Tajani che si è detto «favorevole alla vaccinazione obbligatoria ma solo a titolo personale». Ieri era toccato al ministro per il Lavoro, Orlando (Pd) ammettere di essere «favorevole ad esplorare tutte le soluzioni che consentano di mettere quanto più in sicurezza possibile gli italiani» ripetendo quanto sostenuto da Enrico Letta, da sempre favorevole all’obbligo.

A fermare tutto però ci ha pensato il leader della Lega, Salvini, contro ogni tipo «di obbligo, multa o discriminazione in tema di Covid. Chiedo piuttosto tamponi salivari per tutti, anche perché gli italiani stanno rispondendo bene al programma vaccinale».

Ed alla fine, in tutta questa discussione e divisione forse la soluzione arriva proprio dai dati delle somministrazioni e dalle previsioni fatte per le prossime settimane.

Il Gen Figliuolo, che cura in prima persona la campagna vaccinale, ha dichiarato oggi che dopo la frenata delle settimane iniziali di agosto, con gli italiani più interessati alle vacanze che alle due dosi, si è tornati a correre tanto da arrivare a settembre con l’80% degli italiani vaccinati. Una cifra che metterebbe al riparo da possibili nuove ondate, come invece sta avvenendo in diversi paesi stranieri, e che di fatto metterebbe fine anche alla polemica ed alle divisioni su obbligo si, obbligo no

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