domenica, 24 Novembre 2024
A sinistra pesa più la parola di Fedez ed Elodie di quella di Letta
La Guerra Fredda era una brutta bestia, ma almeno conservavamo un briciolo di dignità. Papa Giovanni Paolo II sfidava il comunismo di Breznev. Papa Francesco oggi deve condurre una guerra di religione contro i cosacchi di Fedez. Il contraltare del Vaticano è la cantante Elodie. Abbiamo sostituito Togliatti con uno che si fa chiamare Willy Peyote. Ci rendiamo conto?
Le polemiche sul Ddl Zan c’entrano fino a un certo punto. Una volta temevamo che i bolscevichi potessero abbeverarsi alla fontana di San Pietro. Oggi i nuovi barbari senza Dio sono dei rapper tatuati. Che ringhiano sui social la loro indignazione dopo la nota diplomatica della santa sede. “Chi ha concordato il Concordato?” si chiede Fedez, che evidentemente a scuola è arrivato fino alle guerre puniche, ma si è fermato lì. L’Unità d’Italia, Porta Pia, Pio IX, i Patti Lateranensi: Fedez risultava assente perché impegnato in un master dal parrucchiere.
Elodie Di Patrizi ringrazia i genitori per “non avermi battezzato”: anche lei non sa che esiste un concordato, piaccia o non piaccia ma esiste. Firmato peraltro in quella stessa città che l’ha vista crescere, nella borgata Quartaccio. Ma evidentemente per questi personaggi da social la storia patria, e il diritto internazionale che ne scandisce le tappe, non interessa. Non la conoscono, e quel che è peggio, non vogliono saperne. Resta da capire quale sia il senso di quella croce latina tatuata sulla spalla della cantante, che oggi rifiuta il battesimo. Si impone una sorta di Chiesa fai da te, nella quale il pontefice piace tantissimo solo quando sostiene le loro battaglie. Ma se il Vaticano fa il Vaticano, allora bombardiamolo.
Comunque, ognuno dica ciò che pensa. Libero Fedez in libero Stato. Non discutiamo qui dei contenuti del Ddl Zan: discutiamo di chi siano gli attori protagonisti sulla scena. Il lato ridicolo della faccenda, come si diceva all’inizio, è che l’opinione di Fedez venga prima di quella di Enrico Letta. Il lato inquietante di questa farsa è che le sparate di Elodie, sui giornali, si guadagnano titoli cubitali: la linea dei partiti di sinistra italiani invece, conquista due righe a fondo pagina. Esattamente com’è avvenuto dopo il concertone del primo maggio, registriamo tragicamente una tendenza insopprimibile: il partito democratico, e in generale i progressisti italiani, si fanno dettare la linea da chi? Sempre da lui: Willy Peyote. Che è un po’ come se Enrico Berlinguer avesse seguito la linea di Toto Cotugno. Con la differenza, se vogliamo, che se non altro ciò che sostiene Elodie si capisce al volo, mentre ciò che dice la segreteria del Pd è puntualmente oscuro: il ddl Zan? Vedremo, faremo, dialogheremo, modificheremo. Di fronte a tale vuoto di potere, come possiamo stupirci, se i nuovi pensatori dello Stato Laico sono quelli che hanno scritto manifesti politici memorabili come “Generazione Boh”, “Che cazzo ridi”, fino allo storico e coraggioso “Oscar Carogna”?. Questi sono i nuovi leader della sinistra laica e progressista? Forse. Sicuramente, sono i leader che si meritano.