domenica, 9 Marzo 2025
“A un anno dall’assuzione 6 infermieri su 10 cambiano reparto”

“A un anno dall’assunzione, sei
infermieri su dieci chiedono di cambiare unità operativa per
andare a stare meglio, di questi il 30% conta di abbandonare nei
prossimi mesi. La professione ha bisogno di radicali
cambiamenti”. A lanciare l’allarme è Giuseppino Conti,
presidente dell’Ordine professioni infermieristiche (Opi) di
Ancona, questo pomeriggio durante l’incontro “Le necessità
assistenziali per i bisogni di salute della popolazione”,
promosso dal Consiglio regionale a Palazzo delle Marche e dal
presidente Dino Latini.
“Il tema della professione infermieristica va affrontato
radicalmente non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche
qualitativo. C’è un problema di dotazioni organiche, di
dequalificazione e burnout, ciò genera disaffezione alla
professione. Gli infermieri italiani sono tra i meno pagati a
livello europeo nonostante le elevate competenze e il nuovo
contratto non ci viene in aiuto” ha proseguito Conti.
Durante l’incontro si è sottolineato come l’Italia sia il
secondo Paese più longevo al mondo dopo il Giappone e questo
lascia pensare che nei prossimi decenni ci sarà più bisogno di
assistenza a persone che non possono essere gestite in ambito
ospedaliero. “C’è bisogno di assistenza sul territorio e
domiciliare. Per fare questo necessitiamo di professionisti
specializzati, come gli infermieri di famiglia e di comunità.
Leggiamo di una carenza di medici di medicina generale
soprattutto nelle zone più disagiate e montane, i dati però ci
dicono che nelle Marche oggi i medici di medicina generale
attivi sono 846 per una popolazione superiore ai 18 anni di poco
superiore a 1 milione e 200 unità. Il 32% sono medici non
massimalisti. Ma se mancano medici, ci sentiamo di dire che
andrebbero attiviati gli infermieri di famiglia e comunità, con
elevate competenze nel campo delle cure primarie capace di
gestire il paziente a domicilio”. E sulla violenza ai danni del
personale sanitario, Conti ha aggiunto: “Individuare
tempestivamente le azioni di aggressitività e imparare a
gestirle grazie alla formazione, i posti di polizia sono
importanti sì ma secondo noi non sono la soluzione. Bisogna
imparare a segnalare, quindi tolleranza zero”.
Aldo Savi, sottosegretario alla Presidenza Regione Marche ha
ricordato come: “Nel 2050 il 34,9% degli italiani sarà over 65,
l’invecchiamento della popolazione è un tema su cui dobbiamo
confrontarci. Se non riusciremo a cambiare alcune cose
fondamentali nella sanità, non riusciremo più a sostenerla.
Dobbiamo aumentare i posti letto e accorciare le degenze.
Intervenire sul boarding, ovvero la pratica di tenere i pazienti
da ricoverare in attesa, una vera e propria piaga dei pronto
soccorso.Va data ai cittadini una risposta di prossimità. Il
concetto di sanità con un’ospedale al centro è ormai fallito,
ora devono essere centrali il territorio e il proprio domicilio.
In questa visione il ruolo dell’infermiere di famiglia è
fondamentale”. Dino Latini, presidente Consiglio Regionale delle
Marche, ha sottolineato l’importanta di “una sanità che sia
davvero rivolta alle esigenze delle persone”.
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