A Venezia dalle Filippine un film da premio

(ANSA) – VENEZIA, 10 SET – ON THE JOB: THE MISSING 8 del
regista filippino Erik Matti è un film ‘marziano’ e non solo per
la lunghezza (208 minuti). In concorso alla78/a Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica, questo lavoro del tutto
folle ed eterogeneo era stato già abbondantemente preceduto
dalla sua fama. Allo stesso tempo gangster story, film
d’inchiesta, musical, commedia spesso splatter, quest’opera
sembra una spugna impregnata di tutti i generi che, specie nel
finale, incanta.
    E si è capito subito che Alberto Barbera ci puntava quando
nel presentarlo aveva detto: “È un film che offre il meglio di
una produzione nazionale a cavallo fra cinema di genere e
d’autore mescolando serie B con film cult e praticando anche la
parodia dei film di supereroi e dei polizieschi. Ma questa volta
è un sequel che fa un salto triplo verso la serie a, non
rinunciando al suo passato e alla denuncia durissima e
coraggiosa della corruzione politica che dilaga nel suo paese
con spesso la complicità dei media”.
    Ispirato a eventi realmente accaduti, il film – che doveva
essere una serie per HBO – narra la storia di Sisoy Salas,
giornalista corrotto che cerca giustizia per i suoi colleghi, e
del detenuto Roman Rubio, sicario che viene regolarmente fatto
uscire di prigione per compiere omicidi. Ora Sisoy è sempre
stato uno strenuo difensore del governo e del popolare sindaco
della città, Pedring Eusebio, una vera star del giornalismo con
il suo programma radio, ma quando scompaiono i suoi colleghi del
giornale locale – compresi il suo amico di vecchia data Arnel
Pangan e il figlio di 12 anni – Sisoy scende in campo e diventa
pericoloso per il sistema. (ANSA).
   

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