A Venezia Jude Law contro i suprematisti bianchi: «Purtroppo è così attuale The Order»

Solido e a segno come un colpo di fucile ben tirato, The Order si svela alla Mostra del cinema di Venezia 2024 riaprendo una pagina di storia americana che vibra inquietantemente di presente, mentre la sfida elettorale tra Kamala Harris e Donald Trump scalda gli States. «È un film che doveva essere fatto ora: riguarda il passato ma purtroppo è così pertinente con l’oggi», dice Jude Law al Lido, abbronzato e intenso, così convinto della contemporaneità allarmante di The Order da esserne anche produttore.

Film in corsa per il Leone d’oro al ritmo di thriller, racconta il complotto di un gruppo di neonazisti per rovesciare il governo federale degli Stati Uniti degli anni ’80. Segna la prima volta in concorso di Justin Kurzel, regista australiano incline a tematiche scottanti come pure all’azione: suoi Macbeth e Assassin’s Creed, entrambi con Michael Fassbender, come pure Nitram, sull’autore del massacro di Port Arthur, che valse il premio come migliore attore a Caleb Landry Jones al Festival di Cannes.

Applausi decisi per The Order alla prima proiezione per la stampa in Sala Darsena. Dall’approccio fortemente realistico, è appassionante dall’inizio alla fine senza mai essere didascalico.

Jude Law, The Order Jude Law in “The Order” (Credits: Michelle Faye)

L’inquietante attualità di The Order

Il produttore Bryan Haas e lo sceneggiatore Zach Baylin Baylin si sono imbattuti nella storia di Robert Jay “Bob” Mathews, survivalista mormone diventato violenta guida di una setta razzista, e ne sono rimasti affascinati. Dopo ulteriori ricerche, si sono assicurati i diritti del libro The Silent Brotherhood di Kevin Flynn e Gary Gerhardt, che racconta la rapida ascesa e caduta di questo gruppo di giovani uomini bianchi delusi.

Organizzazione di suprematisti bianchi neonazisti, The Order è esistita veramente, tra il 1983 e il 1984, come minaccia alla democrazia americana. Il carismatico leader Bob Mathews è interpretato da Nicholas Hoult. Jude Law, invece, è un agente sulle sue tracce. «È l’amalgama di diversi agenti che hanno seguito il caso», spiega l’attore britannico. «Pensava che la parte peggiore del suo lavoro fosse alle spalle, invece ce l’ha davanti. Un po’ come noi: se ci pensiamo a dieci anni fa, credevamo di aver già vissuto il peggio, invece il presente è ancora più minaccioso».

Jude Law, Nicholas Hoult, Venezia Da sinistra: Tye Sheridan, Jurnee Smollett, Jude Law e Nicholas Hoult a Venezia (Foto Ansa/Fabio Frustaci)

Tutto ha inizio con una serie di audaci rapine in banca e furti a blindati nel Pacifico nord-occidentale, accompagnati da esplosioni in cinema hard. Fa parte del piano del gruppo The Order: è il suo modo per finanziare la rivolta violenta che porti i bianchi a controllare l’America. “A testa alta contro i neri che hanno insozzato la nostra terra”, predica Bob Mathews/Nicholas Hoult.

La loro bibbia? The Turner Diaries di William Luther Pierce, neonazista americano fondatore della National Alliance, un’altra organizzazione nazionalista bianca. Scritto nel 1978, si tratta di un romanzo apocalittico che ha ispirato molteplici crimini d’odio, tra cui l’attentato di Oklahoma City del 1995. Alcune sue copie abbandonate furono trovate dopo l’assalto al Campidoglio del gennaio 2021.

L’acme dell’attività criminale di The Order si ebbe il 18 giugno 1984 con l’omicidio di Alan Berg, celebre conduttore radiofonico di famiglia ebrea e di idee fortemente liberali. Nel film è riportato un suo intervento in radio, provocatorio e illuminante, rivolto agli antisemiti: “Siete troppo inetti per farcela nel mondo quindi l’unica cosa che potete fare è eliminare la gioia altrui”.

The Order Immagine del film “The Order” (Credits: Michelle Faye)

Una storia americana che riguarda tutti

I paesaggi a perdita d’occhio dell’Idaho, distese di natura e roccia, accompagnano la narrazione insieme alla musica di Jed Kurzel. «È come se questi cieli, lì prima di noi, ci osservassero», racconta Justin Kurzel.

Jurnee Smollett e Tye Sheridan, anche loro al Lido, interpretano altri agenti coinvolti nelle indagini, una di origini nordafricane, l’altro sposato a una nativa americana: anche se la regia non lo dice mai apertamente, è chiaro e commovente il loro essere doppiamente coinvolti nel caso a livello emotivo.

Nicholas Hoult, The Order Nicholas Hoult nel film “The Order” (Credits: Michelle Faye)

«È una storia americana ma purtroppo riguarda tutto il mondo. Spero che il film aiuti a vedere come agisce l’istigazione e a prevenire», le parole di Hoult a Venezia 81. «Il libro che racconta The Order è molto interessante. Come attore ho cercato di capire l’origine dell’odio provato da Bob Mathews ma forse non c’è. E questo è ancora più preoccupante».

Inquietanti sono anche le parole profetiche del reverendo suprematista che nel film cerca di distogliere Bob dalla violenza armata: “Tra 10 anni avremo membri nel Congresso e nel Senato, è così che creeremo il cambiamento”.

«The Order si relaziona in modo intimo con la situazione politica contemporanea», chiosa Justin Kurzel. «Presenta il germe delle sfide che affrontiamo oggi».

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