Accordo sul blocco licenziamenti: i sindacati esultano

I sindacati segnano un punto importante nella trattativa sulla fine del blocco dei licenziamenti, il cui termine è previsto a partire dal primo luglio. Al termine di una riunione fiume a Palazzo Chigi, durata oltre cinque ore con diverse interruzioni, è stato raggiunto un accordo che prevede l’utilizzo della cassa integrazione ordinaria in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro. «Siamo arrivati a un avviso comune per utilizzare gli ammortizzatori sociali disponibili prima di arrivare a qualsiasi licenziamento» hanno affermato i sindacati dopo l’incontro con Mario Draghi e i ministri del Lavoro e dell’Economia, Andrea Orlando e Daniele Franco. Per oggi pomeriggio è previsto il consiglio dei ministri che dovrà dare il via libera al decreto ponte sul tema.

«Le parti sociali, alla luce della soluzione proposta dal governo sul superamento del blocco dei licenziamenti, si impegnano a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente e il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro» si legge nel testo firmato dai sindacati e condiviso da Confindustria. «Auspicano e si impegnano, sulla base di principi condivisi, a una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all’avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua» prosegue ancora il testo. In base all’accordo verrà istituito anche un tavolo di monitoraggio a Palazzo Chigi sull’evoluzione della situazione occupazionale nel Paese, allo scopo di verificare ed affrontare ogni potenziale rischio di emergenze sociali.

All’insegna della soddisfazione i commenti dei sindacati: per il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, «è stata una giornata davvero importante: l’unità delle unioni sindacali e la mobilitazione di sabato hanno prodotto un grande risultato per tutto il Paese». Il leader della Cisl, Luigi Sbarra, ha sintetizzato così i quattro punti principali dell’accordo: «Cambiamo i contenuti del decreto sostegni bis con l’uscita selettiva dal blocco dei licenziamenti; conquistiamo 13 settimane di cassa integrazione per le aziende che hanno tavoli aperti al Mise; sottoscriviamo un avviso comune con le associazioni datoriali per fare in modo che le aziende, prima di avviare percorsi di risoluzione del rapporto di lavoro, usino cassa integrazione e contratti espansivi; infine determiniamo un impegno con il governo per far nascere un tavolo di monitoraggio a Palazzo Chigi per controllare l’attuazione dell’intesa». Un risultato che Sbarra ha definito «ottimo e importante, frutto di una intensa fase di mobilitazione culminata sabato scorso».

Il governo, ha aggiunto il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, «si è speso con le associazioni datoriali per firmare questo avviso comune e far accettare la nostra proposta, quella di utilizzare gli ammortizzatori sociali disponibili prima di avviare qualsiasi procedura di licenziamento. C’è un passo in avanti nella direzione del rispetto delle persone e del lavoro». Da parte sua, il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha sottolineato come attraverso questo accordo si rafforzi «quel dialogo sociale che abbiamo sempre promosso e che consente di avere più strumenti per lavoratori e imprese per gestire le crisi».

Il plauso è stato pressoché unanime: anche il leader della Lega Matteo Salvini ha «ringraziato Draghi per la mediazione» che ha portato allo sblocco dell’impasse. Tuttavia, la soddisfazione generale espressa dai sindacati mostra come l’accordo sia andato sostanzialmente incontro alle loro richieste, anche se la proroga del blocco dei licenziamenti resta limitata alla filiera del tessile e non coinvolgerà altri settori in crisi, come l’automotive.

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