Ad Ancona nasce il ‘Team palliazione’, progetto unico in Italia

Dell’Azienda Ospedaliero
Universitaria delle Marche parte il progetto del ‘Team
Palliazione’, unico in Italia, per riempire il vuoto tra cure
ospedaliere e hospice, per tutte le strutture che al loro
interno non dispongono di un hospice, ossia centri di ricovero e
assistenza per malati terminali, pazienti non più arruolabili a
cure specifiche.
    Attraverso un periodo di formazione e condivisione, il dottor
Umberto Maria Ripani, che dirige la struttura di Medicina del
Dolore, ha promosso un progetto multidisciplinare per la
gestione ospedaliera dei pazienti bisognosi di cure palliative
per risponedere ai sempre più numerosi casi da trattare. “I
benefici derivanti dalla nascita di questo Team saranno per gli
stessi sanitari, medici e infermieri. Questi – ha spiegato il
responsabile della Medicina del Dolore – potranno seguire e
trattare i casi clinici fino a ieri non affrontabili se non
dagli esperti della palliazione, attendendo nel luogo di
ricovero di essere trasferiti in hospice o altro contesto
trattamentale. L’obiettivo è quello di garantire una migliore
qualità della vita per le persone affette da patologie
dichiarate incurabili, i cosiddetti Off Therapy, e di
conseguenza alle loro famiglie”.
    Il centro di Medicina del Dolore dell’Aou delle Marche,
tratta internamente ogni anno circa 1.000 pazienti, il 70% dei
quali affetti da patologie oncologiche e il resto seguiti da
altre specialità, con una permanenza media in reparto di circa 3
mesi con importanti ricadute sul paziente e sull’organizzazione
dei reparti di cura. Ogni anno sono oltre 400 i nuovi casi che
afferiscono alla struttura operativa coordinata dal dottor
Ripani. Fondamentale l’approccio multidisciplinare: “Si tratta
di un aspetto centrale – ha condiviso il Magnifico Rettore
dell’UnivPm, Gian Luca Gregori – e conferma la bontà dei
rapporti e dell’integrazione tra parte ospedaliera e
universitaria. Importante anche la scuola di specializzazione in
palliazione; io sono in scadenza di mandato, ma in questi anni
le specializzazioni le ho portate da 33 a 41, aumentando gli
iscritti da 600 a più di 900. E poi l’insostituibile presenza
del privato e delle donazioni per ricevere strumenti molto
utili, come in questo caso”. Un progetto, quello della nascita
del Team di Palliazione, “che noi abbiamo subito sposato e che
consente un innalzamento del livello delle cure”, ha
sottolineato Direttore generale dell’AOU delle Marche, Armando
Marco Gozzini. Per la dottoressa Erika Adrario “Palliazione non
vuol dire soltanto analgesia, significa tante cose; ad esempio
combattere contro la sofferenza, dare un contributo alla
sofferenza dei malati, ma anche alle loro famiglie che diventano
caregiver, gestire il lutto. Il segreto è comunicare”.
    “Un progetto importante e ancor più importante il tempo
dedicato oggi al confronto alla ricerca di una concreta
attuazione di quella che è la definizione dell’Oms di cure
palliative e l’attiva presa in carico globale del corpo della
mente dello spirito – ed in particolare nell’ambito pediatrico
dei bambini e delle loro famiglie”, ha sottolineato Simone
Pizzi, responsabile del centro di riferimento per la terapia del
dolore e le cure palliative pediatriche del presidio ” G.
    Salesi”. Secondo il quale “è necessario lavorare e convincere a
livello sociale della bontà del progetto per la strutturazione
dei nuovi servizi di cure palliative”.
    Nel corso della presentazione è stata resa nota la donazione
di 5 tablet fondamentali per l’applicazione del progetto del ‘Team Palliazione’ da parte dell’avvocato Salvatore Giordano,
benefattore e paziente del reparto gestito dal dottor Ripani.
    “Ero tormentato dai dolori e grazie alle cure ricevute
dall’equipe del dottor Ripani gli attacchi sono molto meno
violenti e i tempi tra una crisi e l’altra sono aumentati. Da
paziente a largitore il passo è stato breve e doveroso e quando,
aiutato da mia moglie, ho visto che la somma da mettere a
disposizione era affrontabile non ci ho pensato due volte. In
un momento di crisi per il nostro Paese è fondamentale sostenere
la sanità pubblica”.
   

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