sabato, 16 Novembre 2024
Affinati: «Per salvare Roma, città speciale, servono regole speciali»
Sono tempi duri per Roma, soffocata nelle ultime ore da una densa coltre di fumo frutto degli incendi scoppiati a Centocelle e dietro i quali si nasconderebbe la mano dell’uomo. mentre in città, dappertutto, l’emergenza rifiuti sembra essere un male cronico irrisolvibile. Ed i romani sono i primi a soffrire di tutto questo senza però perdere la speranza per il domani, come spiega Eraldo Affinati, scrittore, «romano de Roma», per dirla nel gergo capitolino
Nella sua esperienza di scrittore e docente com’è cambiata Roma negli ultimi anni?
«Credo che Roma sia rimasta sempre uguale: trasandata e bellissima, coi trasporti che funzionano male, i gatti fra le macerie, le file agli sportelli, il sole che splende fra le pietre anche d’inverno, le attese spasmodiche al pronto soccorso, il Tevere come un sogno fra l’erba e gli sterpi. Perfino gli incendi estivi io me li ricordo sin da bambino: ieri come oggi ci si interrogava se fossero dolosi o colposi. Nessuno aveva una risposta convincente. Pensiamo, per fare un solo esempio, a quello che distrusse, in un colpo solo, l’intera pineta di Ostia dove negli anni Sessanta i romani andavano a fare i picnic».
Che opinione si è fatto degli ultimi fatti di cronaca accaduti nella capitale che mostrano una città stretta nella morsa del degrado, degli incendi e dei rifiuti?
«Io, forse perché ho viaggiato nei Paesi veramente poveri, non la definirei stretta nella morsa del degrado. Certo tutti vorremmo che i rifiuti fossero spazzati via in tempo reale, come presumibilmente avviene a Zurigo, ma negli anni abbiamo capito una cosa: si tratta di un problema strutturale che, nonostante la buona volontà dei primi cittadini, di ogni schieramento politico, non verrà mai risolto se non si avvierà un piano d’azione complessivo legato alla costruzione del mitico termovalorizzatore».
Cosa manca a Roma e qual è secondo lei oggi il sentimento dei romani verso la loro città?
«Roma, lo sappiamo, è unica al mondo, quindi avrebbe bisogno di una legislazione speciale con un sistema amministrativo proprio, più di quanto avvenga adesso. Questo non risolverebbe tutti i problemi di una metropoli stratificata e complessa come l’Urbe imperitura, tuttavia potremmo ad esempio avere la carta d’identità con un semplice clic sulla tastiera del computer, senza dover partecipare ad una specie di lotteria per ottenerla. Per quanto riguarda il sentimento dei romani verso la loro città, ognuno ha il suo. Il mio, forse perché sono cresciuto giocando a pallone davanti al Colosseo, resta ancorato al disincanto. Non mi faccio illusioni ma continuo a sperare nel futuro, altrimenti non avrei la forza di insegnare e scrivere».