Agenas, la sanità ha i conti a posto ma torna la mobilità sud-nord

“Oggi la sanità ha i bilanci a posto. Lo dimostra il fatto che tutte le Regioni vogliono uscire dai piani di rientro. Vuol dire che i soldi ci sono: va però migliorata l’efficacia del sistema sanitario”. Allo stesso tempo, però,” il divario Nord-Sud sta tornando a essere presente: il segnale è la ripresa della mobilità dei cittadini che dal centro-sud va a curarsi al nord”. È quanto ha affermato il direttore generale di Agenas Domenico Mantoan a margine dell’evento ‘Health for all Policies. Verso una nuova visione strategica del sistema sanitario per la crescita del Paese’ organizzato da Meridiano Sanità. Per Mantoan per rafforzare il servizio sanitario è necessario “un vero sistema di misurazione dell’efficienza e dell’efficacia dei modelli organizzativi delle Regioni e poi un sistema che vada a verificare se le risorse che lo Stato, tramite il Fondo Sanitario Nazionale, dà alle Regioni sono utilizzati in una maniera corretta”, ha spiegato.
    Sulla mobilità sanitaria e lo spostamento dei cittadini per ottenere cure migliori, il dg Agenas ha affermato che “la notizia, da un certo punto di vista, è positiva perché sono cittadini che sono curati bene”. Tuttavia, “le strutture del Sud con questa fuga – che vuol dire anche perdita finanziare per le Regioni – fanno fatica a strutturare ospedali e servizi sanitari efficienti per i cittadini. Questa, dunque, è una delle cose da rivedere: i modelli con cui lo Stato centrale riesce a incidere sull’efficacia e l’efficienza dei servizi regionali”, ha concluso. 

 “Nel 2026 avremo 140 miliardi destinati alla sanità: è una cifra mai raggiunta prima. – ha aggiunto –  Il problema è usarli bene questi soldi. Sono 140 miliardi di un Paese che ha 3.000 miliardi di debito pubblico e usa il 16 per cento del Pil per pagare le pensioni, quando la Germania e la Francia destinano il 10% del Pil. Questa è la differenza. Questo è il massimo che possiamo fare e dobbiamo usarlo bene. Oppure facciamo una bella legge, mandiamo tutti in pensione a 70 anni con il sistema contributivo e avremo probabilmente 40 miliardi in più per la sanità. Naturalmente non si può fare”. 
   

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