giovedì, 14 Novembre 2024
Aifa, il consumo di antibiotici in Italia aumenta del 6,4% nel 2023
Sale il consumo di antibiotici. Nonostante campagne e appelli a un loro uso consapevole per arginare il fenomeno della antibiotico-resistenza, l’utilizzo di questi farmaci è aumentato del 6,4% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno quasi 4 persone su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico, con livelli più elevati al Sud, dove il 44,8% della popolazione ne ha assunto almeno uno in corso d’anno, contro il 30,9% del Nord e il 39,9% del Sud. Differenze che fanno riflettere anche sull’ appropriatezza delle prescrizioni e dei consumi.
A rilanciare il problema degli antibiotici, esprimendo preoccupazione, è il report dell’Aifa Osmed 2023 ‘L’uso dei farmaci in Italia’. In lieve costante crescita, oramai da 10 anni, in particolare, il consumo degli antibatterici a prevalente uso ospedaliero. “Considerando che alcuni di questi antibiotici sono usati nel trattamento delle infezioni causate da microrganismi multi-resistenti ai farmaci, tali dati – si legge nel Rapporto – suggeriscono la necessità di migliorare la sorveglianza delle infezioni nosocomiali nelle strutture sanitarie, garantendo una risposta tempestiva e adeguata alle infezioni. Emerge, pertanto, la necessità di implementare programmi di ‘Antimicrobial Stewardship’ (uso prudente degli antibiotici, ndr) in particolar modo nelle popolazioni ad alta prevalenza d’uso per ottimizzarne il consumo e ridurre la resistenza antimicrobica”. In Italia, in particolare, il consumo medio nel 2023 è stato pari a 17,2 dosi giornaliere per 1000 abitanti, con un consumo che è però di 14,5 dosi a Nord, 20,3 al Sud, 18,2 al Centro. Ancora più marcate le differenze se si vanno ad osservare i dati delle singole Regioni dove si va dalle 11,1 dosi di Bolzano alle 22,4 dosi dell’Abruzzo, alle 21,7 della Campania e le 21,5 della Basilicata.
Sale anche il consumo dei farmaci generici ma il nostro Paese resta al terzultimo posto in Europa, il rapporto precisa che i generici erano il 9% nel 2011 e che sono saliti al 22,8% in termini di spesa e al 31,2% in termini di consumi. Il consumo di generici in Italia resta basso, soprattutto se confrontato a quello di altri Paesi europei. Negli ultimi 5 anni è stata registrata una crescita del 3% dei medicinali ‘no branded’, che occupano ancora il 44,3% del mercato dei farmaci a brevetto scaduto. Forti le differenze regionali.
Nel 2023 la spesa farmaceutica totale pari a 36,2 miliardi di euro, di cui il 68,7% rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale (Ssn). Ogni giorno sono state consumate complessivamente 1.899 dosi di medicinali ogni 1000 abitanti, il 69,7% delle quali erogate a carico del Ssn e il restante 30,3% acquistate direttamente dal cittadino. I farmaci per il sistema cardiovascolare si confermano al primo posto per consumi (513,9 dosi giornaliere per 1000 abitanti), seguiti da quelli dell’apparato gastrointestinale e metabolismo (298,6 dosi) e dai farmaci del sangue e organi emopoietici (144,5 dosi). La spesa territoriale pubblica, comprensiva di quella convenzionata e in distribuzione diretta e “per conto”, è stata di 12 miliardi e 998 milioni, con un aumento rispetto all’anno precedente del 3%. La spesa per compartecipazione a carico del cittadino è stata invece pari a 1 miliardo e 481 milioni, circa 25 euro pro-capite, dato in calo dell’1,3% dovuto alla riduzione del 2,5% del differenziale di prezzo rispetto al generico dovuto da chi acquista invece il farmaco “originator”. Aumenta invece dell’1,7% la spesa per i ticket sulla ricetta o la confezione.
La spesa per i farmaci acquistati dalle strutture pubbliche, poi, è stata pari a 16,2 miliardi di euro e ha registrato una crescita dell’8,4% rispetto al 2022.
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