lunedì, 27 Gennaio 2025
Al Sundance ‘Gen_’, su un medico e la voglia di vita
Un film “sullo spazio tra struttura
legale e amministrativa del sistema sanitario pubblico e
l’immensa diversità di esperienze, vulnerabilità e desideri
umani. Questo non è un film sulla politica e la medicina ma su
come l’intimità diventa politica”. Così il regista Gianluca
Matarrese spiega il senso del documentario Gen_ unico film
italiano in gara (è nella sezione World Cinema Documentary
Competition) al Sundance film Festival.
Al centro del racconto (una coproduzione fra Bellota Films,
Stemal Entertainment, Elefant Films, prodotta da Donatella
Palermo, Dominique Barneaud, Alexandre Iordachescu) c’è il Dr.
Maurizio Bini, un medico appassionato, rassicurante, coraggioso
ed empatico, che all’ospedale Niguarda di Milano, ogni giorno
incontra i pazienti dei due nuclei di cui è responsabile, il
centro per la disforia di genere e la struttura struttura
Diagnosi e terapia della sterilità e crioconservazione. Giornate
ricche di storie e di emozioni che hanno in comune la grande
voglia di vita nei pazienti che visita: chi lotta per realizzare
il desiderio di avere un figlio e chi viene a confrontarsi sulla
possibilità, o ha già intrapreso, il percorso delle terapie di
affermazione di genere. Matarrese sceglie di non interferire con
la macchina cinema, di seguire semplicemente il lavoro in
ospedale e i pochi momenti in cui Bini si concede uno spazio per
sé con lunghe camminate per i boschi. Non che serva molto altro:
la galleria di volti, attese, silenzi, e dialoghi, emerge in
tutta la sua forza, ed è particolarmente d’attualità visti anche
i continui affondi della politica sull’identità di genere e la
fecondazione. Non a caso, il film si apre con in sottofondo le
parole pubbliche su questi temi di alcuni leader, Meloni
compresa. Nel mare di implicazioni mediche, legali, e etiche
Bini si muove guidato da professionalità e umanità. Dal tatto
nel comunicare a una donna quasi cinquantenne (che da anni, dopo
una brutta esperienza precedente con un altro medico, cerca di
diventare madre) l’esito negativo del nuovo trattamento ai
dialoghi franchi e accoglienti con i quali risponde alle domande
di chi sta vivendo o vorrebbe vivere il percorso di transizione
di genere.
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