Alberto Sordi secret, un docufilm sulla sua vita privata

Il sesso come peccato, il rapporto
conflittuale con il padre, l’attrazione per la nobiltà, la
gelosia verso i suoi beni, gli amori mai svelati, la dedizione
totale alla professione, la scelta di avere pochissimi amici, il
grande affetto verso gli animali, la sua mania per le case e il
fastidio quando lo chiamavano Albertone. E’ al cinema ‘Alberto
Sordi secret’, il primo docufilm – diretto e sceneggiato dal
cugino Igor Righetti – sulla vita privata di Alberto Sordi tra
aneddoti e rivelazioni segrete, un’opera che lo mostra con pregi
e difetti in 90 minuti di proiezione. Il regista svela allo
spettatore, per la prima volta, l’infanzia e l’adolescenza di
suo cugino Alberto Sordi che lo chiamava nipotino. E lo fa
attingendo ai tanti ricordi vissuti in prima persona o narrati
dal padre e dal nonno. “Li ho raccontati attraverso scene
filmiche girate in bianco e nero, ambientate tra il 1920 e la
fine del 1930, in costume e con auto d’epoca – dice Righetti –
che grazie al cast eccezionale emozioneranno e strapperanno
tante risate”. Di grande impatto la fotografia e l’uso sapiente
della luce da parte di Gianni Mammolotti, le musiche di Maria
Sicari e i costumi di Stefano Giovani. L’opera ha una parte
documentaristica con interventi inediti di amici e parenti
dell’attore e una dove la narrazione diventa film. Tanti i
personaggi coinvolti, dal regista Pupi Avati alla nipote di Totò
Elena de Curtis; dal re dei paparazzi Rino Barillari all’attrice
Piera Arico, moglie di Gastone Bettanini, primo agente di Sordi
fino al 1965. Ma ci sono anche tanti attori. “L’errore più
grave che si può fare è imitarlo, magari mettendo protesi
all’attore che lo interpreta per farlo somigliare all’Alberto
nazionale”, commenta Righetti. “In questo docufilm gli
interventi degli amici di Alberto sono testimonianze, non
interviste, e hanno il ritmo veloce tipico dei reportage
giornalistici. Il genere documentario, invece, è presente con i
video dell’Istituto Luce e con la voce narrante che accompagna
lo spettatore, ma con il linguaggio giornalistico”. Il docufilm
rimarrà nelle sale fino a febbraio 2025. Quindi si sposterà
sulle piattaforme e sulle reti televisive nazionali e
internazionali.
   

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