venerdì, 31 Gennaio 2025
Amen, tre sorelle tra sacro e profano
“Sono sempre stato affascinato dal
concetto di limite. Nel corso degli anni poi, ho maturato che
fosse più di una fascinazione, ma addirittura una vera
ossessione” racconta Andrea Baroni presentando Amen, il film
opera prima con Grace Ambrose, Francesca Carrain, Luigi Di
Fiore, Paola Sambo, Valentina Filippeschi, Simone Guarany e la
partecipazione di Silvia D’Amico che dopo la premiere al
festival di Torino esce in sala con Fandango il 27 giugno.
La storia si svolge in un casolare di campagna fermo nel
tempo, dove vive una famiglia estremamente religiosa, di quelle
cristiane che seguono alla lettera le Scritture del Vecchio
Testamento. Le tre figlie non hanno mai abbandonato la
proprietà, spinte da rispetto, dovere e sotto l’egida di un
padre padrone e una nonna dogmatica. Vivono di poco: l’orto e i
campi permettono alla famiglia di sfamarsi e commerciare il
minimo durante il mercato paesano. Il padre, Armando, ha
abituato tutte a non chiedere più del dovuto. Sara, delle tre
figlie, è la maggiore, quella più legata agli studi religiosi e
per questo mistica. In armonia con la terra che coltiva e in
contatto diretto con la sua parte emozionale e spirituale, è la
figlia preferita. Ester è la più disinibita e reazionaria,
vorrebbe vedere che cosa c’è oltre la vallata ed è alla continua
ricerca della sfida. L’educazione religiosa e sociale è affidata
a nonna Paolina, che guida la piccola Miriam e le due sorelle in
un Cammino stretto e difficile, prevedendo e augurandosi la
Salvezza per le nipoti. Le lezioni sono infinte ed estenuanti,
le preghiere dolorose, le imposizioni non poche.
Il momento comune della Confessione è forse il più importante
tra le attività della giornata: la chiude e ne conserva gli
aspetti per cui fare ammenda. Le tre sorelle, infatti, sono
costrette a rivelare ogni loro azione e pensiero recondito.
Intanto da pochi giorni è arrivato misteriosamente al casolare
Primo, un altro nipote di Paolina. Le sensazioni e le decisioni
che le tre sorelle avranno e prenderanno su Primo, cambieranno
per sempre la loro vita.
Girato vicino Roma in un casolare che al regista toccava
corde dell’infanzia, il film racconta i sei personaggi
protagonisti “senza paura di raccontarli, estremizzandoli lì
dove potessero diventare paradigmatici. Ognuno dei sei
componenti della famiglia avrebbe dovuto declinare in maniera
diversa il tema, condizionato a sua volta dal limite del suo
superiore, giocando in una scala gerarchica costruita
sull’anzianità e sul senso di colpa religiosa che
contraddistingue questi nuclei”, dice il regista romano, classe
1983. La particolarità di Amen è anche nel modo in cui Andrea
Baroni ha lasciato libertà agli attori sul set nella creazione
interpretativa. Quando a Roma nevica e 9 su 10 sono alcune delle
opere precedenti di questo autore che porta al cinema l’interesse per il racconto sociale e l’intimità dei nuclei
familiari e che con Amen debutta nel lungometraggio.
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